La disfida della mozzarella Dop arriva in Consiglio regionale

La disfida della mozzarella Dop arriva in Consiglio regionale
Venerdì 1 Settembre 2017, 09:27 - Ultimo agg. 10:30
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Un ordine del giorno e tre firme in calce per chiedere alla Regione Campania di mettere in campo tutte le azioni utili e necessarie al fine di tutelare la Mozzarella di Bufala Campana. I nomi che si leggono a sostegno del “Ricorso avverso riconoscimento marchio DOP Mozzarella di Gioia del Colle”, depositato ieri presso gli uffici del Consiglio regionale, sono quelli dei consiglieri Enzo Maraio per il Partito Socialista, Giovanni Zannini, capogruppo di Scelta Civica - Centro Democratico, e Francesco Emilio Borrelli, capogruppo di Campania Libera - PSI - Davvero Verdi.

La pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dello scorso 28 agosto del riconoscimento del marchio DOP alla mozzarella di Gioia del Colle, realizzata con latte vaccino ed a forma di treccia, ha generato diverse e legittime preoccupazioni tra i produttori, tanto da sollecitare l’intervento dei consiglieri campani.
 
«È positiva la forte presa di posizione sulla stampa di oggi del consigliere delegato all'agricoltura Franco Alfieri a tutela e al fianco della intera filiera dell'oro bianco in Campania, che ci vedrà convintamente a supporto della sua azione – dichiara Enzo Maraio - Sono oltre 2000 gli imprenditori impegnati nell’intera filiera; i caseifici iscritti nella DOP sono 128. Parliamo di un comparto strategico per l’economia regionale che potrebbe avere dei danni dal riconoscimento attribuito alla Treccia di Gioia del Colle, cosa ben diversa dalla Mozzarella di Bufala Campana, in primis per la materia prima utilizzata». L’uso del termine “mozzarella” per definire la “treccia” pugliese è tra gli appunti sollevati in queste ore dai diversi attori della filiera perché la presenza in etichetta potrebbe generare confusione nel consumatore. «Inoltre, in un mercato che tende a globalizzarsi sempre più – aggiunge Maraio – è quanto mai necessario difendere le tipicità dei nostri territori».

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