«Campania autonoma», il governatore De Luca lancia la sfida del 2018

«Campania autonoma», il governatore De Luca lancia la sfida del 2018
di Fulvio Scarlata
Sabato 30 Dicembre 2017, 09:45
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«Sfidiamo le Regioni del Nord su costi standard, a inizio 2018 apriremo una trattativa con il governo su una maggiore autonomia per la Campania»: Vincenzo De Luca rivendica la nascita di un identità campana legata ad una nuova immagine della Regione che «rifiuta la logica delle clientele, accetta e propone la competizione sull'efficienza, un ente sburocratizzato che si presenta come lo Stato, terzo sia nel garantire i diritti dei cittadini che nel pretendere il rispetto delle regole». E perciò inserisce la Campania, «unica nel Sud», a fianco di Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Liguria e Piemonte. «Chiediamo il decentramento dei poteri - dice il governatore - ma almeno siamo stati più furbi: abbiamo risparmiato i 20 milioni che Lombardia e Veneto hanno speso per il referendum».
 


«Ormai nei pagamenti ordinari delle Asl riusciamo a rispondere in 30 giorni, la metà del tempo della Lombardia. Pensate ai contorcimenti di Maroni quando scoprirà che la Campania è più efficiente»: è orgoglioso dei risultati raggiunti nella gestione ordinaria, Vincenzo De Luca, aspettando di mettere ordine nei debiti della sanità del passato. Al punto da aprire un fronte nazionale di trattativa con Roma. «Nessuna Regione del Sud - spiega nel rendiconto di fine anno - si batte su questo versante. Vogliamo contrattare un riequilibrio di poteri con lo Stato».
 
L'atteggiamento del presidente della Campania è sempre molto attento sulla questione del decentramento dei poteri. Il confronto con Roberto Maroni è aperto da tempo, tanto che nella visita del presidente leghista a Napoli dello scorso aprile, De Luca si era spinto a indicare il «modello Lombardia» come esempio per la Campania, firmando un protocollo d'intesa per avviare un'inedita collaborazione istituzionale per «bruciare i tempi e rendere più efficiente la nostra macchina burocratica». Senza barricate ideologiche anche dopo gli esiti del referendum di Lombardia e Veneto «perché - aveva sottolineato il governatore campano - ci si muove nell'ambito dello Stato unitario abbandonando il velleitarismo di idee secessioniste».

Così, non è una sorpresa che De Luca schieri la Campania nel richiedere maggiore autonomia su alcune questioni fondamentali. A cominciare dalla sanità con un commissariamento in cui lo Stato si pone «come badante» e che, al di là del fatto che in questo momento il commissario è lo stesso presidente della Regione, provoca gravi limitazioni nella spesa, per esempio vincolando 1,2 miliardi ogni anno come fondo rischi per i contenziosi. Si chiede autonomia anche sulla formazione o sulla gestione del demanio, in particolare su quello marittimo. Sulle questioni ambientali, poi, si è sfiorato lo scontro istituzionale quando la Campania ha varato il suo piano relativo al ciclo dei rifiuti bocciato dal governo nazionale che vuole imporre la costruzione di altri termovalorizzatori.

«Noi siamo pronti ad accettare la sfida sui costi standard - la posizione di De Luca - anche perché siamo i più interessati perché, come è noto, la Campania è la Regione che riceve il minor finanziamento pro capite nel riparto dei fondi per la sanità». Fondi che vengono suddivisi sulla base del criterio dell'anzianità della popolazione, cancellando l'altro criterio della deprivazione sociale. «Possiamo recuperare subito 250 milioni - ribadisce il governatore - ma quando parlo di questi temi quelli delle Regioni del Nord scappano».

La sfida è lanciata al futuro governo con una trattativa anche su altri temi. «Lo Stato - spiega De Luca - ha scaricato sulle Regioni centinaia di dipendenti delle vecchie Province, immaginando che scomparissero. Poi i soldi non sono mai arrivati, questi comportamenti sono inaccettabili». La Campania ha infatti avocato a sé quasi tutte le funzioni non fondamentali delle cinque Province per evitare che i dipendenti finissero in mobilità, in 300 lavorano in Regione Campania dal 2015, per una spesa di 18 milioni di euro.
 

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