Le associazioni storiche del sistema produttivo napoletano Acen, Claai, Cna, CdO Campania, Confapi Napoli, Confcommercio Campania, Confesercenti Napoli e Unione Industriali Napoli hanno chiesto al ministro delle Imprese e del Made in Italy il commissariamento della Camera di Commercio di Napoli «per gravi e reiterate violazioni di legge».
In una conferenza stampa, le associazioni hanno ripercorso le tappe della gestione dell'ente dal 2018 ad oggi, parlando di «illegittimità reiterate, assenza di confronto, rilevanti imprecisioni e discrasie, anche in riferimento ai documenti più importanti: programmi di attività e bilanci che hanno chiuso, con una erosione delle riserve camerali che supera i 22 milioni di euro».
«Il tutto - secondo le associazioni - appare tanto più grave in quanto il depauperamento delle risorse è avvenuto senza realizzare le finalità tipiche dell'Ente, senza sostenere cioè il sistema produttivo, quanto piuttosto per finanziare progetti afferenti alle associazioni o a Enti locali e soggetti culturali che non rappresentano certamente il primario obiettivo dell'azione di una Cciaa. Viceversa, l'azione di sostegno delle imprese di Napoli e provincia è stata svolta con risultati assai scarsi, che mai sono stati esaminati in una discussione consiliare, nonostante sia stata sollecitata dai consiglieri di minoranza».
«Tutto quanto riferito, dunque - concludono le associazioni - non solo ha portato ad una gestione personalistica e inappropriata della Camera in questi 5 anni, ma evidenzia che anche nella fase di rinnovo degli organi Camerali non appare garantita l'imparzialità laddove si evidenzia un comportamento artatamente e proditoriamente mirato a contrastare le associazioni storiche del territorio, i loro consiglieri e in generale la loro rappresentanza e il loro ruolo».
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