Referendum per l'autonomia, Caldoro lancia l'idea al Sud: «Ora tocca a noi»

Referendum per l'autonomia, Caldoro lancia l'idea al Sud: «Ora tocca a noi»
di Alberto Alfredo Tristano
Domenica 15 Ottobre 2017, 11:47
3 Minuti di Lettura
«Lombardia e Veneto fanno il referendum? Giusto così, è il loro interesse. Ecco perché dobbiamo farlo anche noi». Stefano Caldoro, capo dell'opposizione di centrodestra in Regione Campania ed ex governatore, rilancia da Ischia il referendum consultivo per una maggiore autonomia. La proposta dovrebbe allargarsi anche a Puglia e Calabria: «La nostra è una proposta ponte. E se la sinistra, che appoggia il referendum settentrionale, non farà lo stesso anche qui, si comporterà da nemica del Mezzogiorno».

Onorevole Caldoro, perché questa idea consultiva?
«Perché vogliamo mobilitare i cittadini su un tema fondamentale. Il coinvolgimento popolare corre parallelamente alla proposta legislativa. Ragionare di autonomia vuol dire parlare della vita quotidiana, di dignità, di sviluppo. Noi siamo più bravi del Nord su alcuni punti: come i beni confiscati. E allora diciamo che l'autonomia va bene. Siamo indietro su altri perché non riceviamo gli stessi finanziamenti. E qui diciamo più Stato. Per la sanità, il trasporto pubblico locale, il welfare. La spaccatura è nei fatti. Occorre colmarla. È il principio della perequazione. Duole constatare che nei fatti la sussidiarietà verticale non esiste, c'è invece una squilibrio che avvantaggia i già avvantaggiati».

E a chi dirà che si tratta di una proposta che punta all'assistenzialismo, che risponderete? Il referendum introduce anche il sistema delle macroregioni.
«Già oggi la Costituzione prevede degli organi comuni. Si può iniziare da funzioni condivise. ad esempio ci sono compiti, come il ciclo integrato delle acque, su cui va incrementata una maggiore cooperazione. Ma penso anche agli ospedali di confine, che possono servire due regioni e invece oggi questo non può avvenire perché sennò scatta la mobilità passiva e quindi un ulteriore aggravio per le casse dell'ente».

Il referendum appare a tutti gli effetti una risposta a quello di Lombardia e Veneto.
«Una risposta necessaria. Perché se è bilanciato da un'azione nostra, popolare come il referendum settentrionale, può portare anche il Sud a sedersi al tavolo col governo per discutere di autonomia. Altrimenti, il tavolo lo aprono ma noi a quel tavolo non ci sediamo. Chi ha a cuore il Sud, ha l'obbligo di appoggiarlo. Mi auguro un consenso trasversale su questo: dopotutto il Partito democratico in Lombardia e Veneto sostanzialmente sta con Maroni e Salvini sul referendum».

La Forza Italia meridionale non ama il Rosatellum: troppo spazio a Salvini, si dice.
«La battaglia competitiva con Salvini non è sbagliata. L'importante è che la Lega si occupi del Nord. Al Sud ci siamo noi».

Lei sarà in campo per le Politiche?
«In Parlamento già ci sono stato, sto bene in Regione come capo dell'opposizione e in vita mia non ho mai chiesto candidature. Lavoro per vincere le politiche e le prossime regionali, a prescindere dalla mia persona. Sa, io sono un appassionato di vela, e nella vela tutti conoscono lo skipper, ma dietro lo skipper c'è un'altra figura: è lo stratega, che non guida, ma traccia la rotta. Ecco, io vorrei fare questo, dopo avere svolto molti ruoli. Ci sono tanti giovani uomini e donne, che meritano di essere sostenuti per vincere in Campania».
© RIPRODUZIONE RISERVATA