Buonajuto in Usa, Bassolino irato:
«Doveva restare a Ercolano»

Buonajuto in Usa, Bassolino irato: «Doveva restare a Ercolano»
di Maurizio Capozzo
Domenica 16 Luglio 2017, 11:25
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Ercolano. Il Vesuvio brucia e la polemica si infiamma: dentro e fuori il palazzo comunale di Ercolano, dentro e fuori il Pd, il partito del sindaco Ciro Buonajuto. E rimbalza fino agli Stati Uniti, dove il primo cittadino della città sconvolta dai roghi del Vesuvio sta partecipando ad un programma di scambi culturali sponsorizzato dal Dipartimento di Stato americano. Ed il motivo della polemica è tutto qui: «Mentre per giorni e giorni il Vesuvio brucia il sindaco di Ercolano è e resta a Washington», scrive Antonio Bassolino sulla sua pagina Facebook. Non è piaciuta all’ex sindaco di Napoli la sortita di Buonajuto nel paese di Donald Trump.

«Nessuna polemica - chiarisce Bassolino in serata - solo tanta tristezza dopo aver preso atto di quanto accaduto». Ma non finisce qui: nel suo post l’ex governatore della Campania dice chiaramente che il sindaco di Ercolano «sbaglia, mi dispiace. Ora definisce una polemica sterile e pretestuosa le critiche che gli sono state rivolte per la sua assenza e fa sapere che rientra a fine mese.. Per quanto mi riguarda non faccio nessuna polemica – aggiunge ancora Bassolino nel suo post - dico soltanto che è molto triste. Un sindaco fa il sindaco e sta con i suoi concittadini, soprattutto nei momenti difficili e di sofferenza». 


Il post rimbalza sul web e raccoglie commenti da esponenti politici e cittadini. Qualcuno, come l’ex segretario provinciale del vecchio partito popolare, Geremia Gaudino, ercolanese, difende il sindaco, molti condividono la posizione di Bassolino che chiarisce ancora il suo pensiero.«Lungi da me discutere sul fatto che un sindaco per motivi istituzionali si allontani dalla sua città, ci mancherebbe. Ma se la sua città brucia lui rientra, non dice torno alla fine del mese. Io voglio bene ai sindaci e so cosa significa essere sindaco – aggiunge Bassolino – ma in un momento così drammatico, dove il mondo si capovolge ed è l’uomo a bruciare il Vesuvio e non il contrario come secondo natura, un sindaco ha il dovere di stare tra i suoi concittadini». Non risparmia, a latere, una riflessione sui roghi l’ex sindaco: «Il pericolo è stato sottovalutato, occorre rivedere la catena di comando, che deve essere più fluida e, soprattutto, più incisiva e tempestiva dal basso, dai territori fino all’esercito, se serve. Ho parlato con Minniti e Pinotti (ministri Interni e Difesa, ndr), volontari e vigili del fuoco hanno fatto un gran lavoro, ma non basta». 


Dagli Stati Uniti Ciro Buonajuto, in attesa di imbarcarsi su un volo che lo porterà verso la prossima tappa del suo viaggio, prova a spegnere le polemiche: «Sono l’unico italiano che sta partecipando al programma di scambio International Visitor Leadership Program, prima di me ci sono stati i presidenti Cossiga, Scalfaro e Mattarella, oltre a magistrati ed economisti di primo piano. In un Paese in cui spesso si parla di assenza ed inadeguatezza della classe dirigente, - dice ancora il sindaco - immaginare che partecipare a questo programma negli Stati Uniti sia una vacanza sembra un controsenso. È fuor di dubbio – aggiunge ancora - che sto vivendo il disastro che coinvolge l’intera area vesuviana in maniera ancora più sentita di come se fossi lì. Le immagini della devastazione del Vesuvio fanno male, il disagio di tante persone e il dolore di centinaia di famiglie colpiscono anche a distanza».

La giunta e al consiglio comunale, prosegue, «stanno gestendo questa emergenza nel miglior modo possibile. Sono in contatto con loro decine di volte al giorno e concordiamo tutto. Ad Ercolano esiste un progetto che vede protagonista una intera classe dirigente, che lavora con il Sindaco, e non soltanto una sola persona che decide. A fine 2016, quando sono stato selezionato, ho chiesto a tutta la mia squadra il sacrificio di non allontanarsi neanche per un giorno da Ercolano durante la mia permanenza negli Stati Uniti, proprio per far fronte ad ogni tipo emergenza, ma mai avrei immaginato che potesse verificarsi un disastro di queste dimensioni. Non mi meravigliano gli attacchi di chi in maniera populista è alla ricerca di consenso, ma di certo suona strano quando gli attacchi arrivano da chi è stato sindaco ed ha lasciato la sua città ad un facente funzioni per due anni».
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