Boccia: con Salvini già presi 11 caffè,
ora mettiamo in campo qualcos'altro

Boccia: con Salvini già presi 11 caffè, ora mettiamo in campo qualcos'altro
Lunedì 14 Gennaio 2019, 16:35 - Ultimo agg. 17:21
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«Con Salvini lo abbiamo già preso il caffè, anzi forse erano 11 o 12, non ricordo. Adesso oltre ai caffè bisogna mettere qualche altra cosa in campo».

Così il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, a margine della presentazione del progetto «Insieme per l'Africa» nella sede dell'Unione industriali di Napoli.

«Sulla Tav Lione-Torino, ma anche per tutte le opere di infrastrutture del nostro Mezzogiorno, occorre un'attenzione immediata alla questione temporale: non possiamo aspettare il referendum per attivare opere che determinano occupazione - ha aggiunto Boccia - l'analisi di impatto va fatta sul livello di occupazione che generano i cantieri, oltre che sugli effetti futuri per l'economia reale. Occorre affrontare quelle che abbiamo definito da tempo un'emergenza lavoro e occupazione nel Paese, a partire dal Mezzogiorno e passando per il Nord del Paese».

«L'autonomia non deve diventare un'idea dei nuovi centralismi. Ritengo che alcuni temi devono avere una clausola di supremazia del Governo come ad esempio l'energia e le infrastrutture così da evitare che qualche Regione possa bloccare opere di interesse nazionale», ha detto ancora il presidente nazionale di Confindustria. Secondo Boccia, il tema delle autonomie «deve essere una politica che va verso l'efficienza di tutti e non contro qualcuno o a danno della coesione sociale. L'autonomia deve essere una grande questione nazionale». Il leader di Confindustria ha sottolineato l'esigenza «di aprire un dibattito con tutte le Regioni del Paese e non solo con quelle che hanno chiesto l'autonomia affinché il Paese abbia un'identità forte. Dobbiamo caratterizzarci come territorio - ha affermato - per aprirci e non per chiuderci, questa è l'italia». Boccia ha evidenziato la necessità «che il processo verso l'autonomia sia attenzionato per evitare errori dall'una e dall'altra parte. Dico al Governo di essere attenti alle clausole di supremazia, alla coesione tra le Regioni, all'efficienza e non al neocentralismo. Sono elementi essenziali per noi».

II progetto «Insieme per l'Africa» vede insieme Confindustria, la Fondazione E4Impact e la Comunità di San Patrignano. Il progetto si snoda su tre filoni da sviluppare nel continente africano: partenariato privato-pubblico, inclusione sociale e finanza sociale. Il programma - come sottolineato da Boccia - prevede tirocini da parte delle imprese per i migranti presenti nel Paese dando così vita a una nuova logica del partenariato per il co-sviluppo. I comparti di interesse del progetto sono agrobusiness, energie rinnovabili con attenzione all'elettrificazione rurale e tecnologie off-grid, cosmetica e altri comparti da identificare. Secondo i dati, ogni anno sono 29 milioni i giovani africani che entrano in età lavorativa. «Se diamo loro delle opportunità in Africa - ha sottolineato Letizia Moratti, presidente della Fondazione E4Impact - è chiaro che questi ragazzi non cercheranno delle vie di fuga. È importante creare opportunità di lavoro per i giovani africani, e per le imprese italiane è un'opportunità perché l'Africa ha una complementarietà rispetto a tante nostre industrie di eccellenza che possono creare partnership aprendo un nuovo mercato interessante perchè la crescita dell'Africa in termini di Pil è importante». Tra le iniziative del progetto anche la promozione dell'emissione di green bond per l'Africa da parte di una o più istituzioni finanziarie attraverso cui raccogliere risorse dedicate a finanziare investimenti per la sostenibilità ambientale, e di social bond attraverso cui ottenere risorse per finanziare progetti o investimenti a impatto sociale. «Questo roadshow - ha evidenziato il presidente dell'Unione industriali di Napoli, Vito Grassi - ha il grande merito di trattare i migranti non come un'emergenza ma come un'opportunità. Il continente africano è il più giovane del mondo, con un'età media sotto i 20 anni e che nel 2050 raddoppierà la popolazione. Questa - ha concluso - è una grandissima opportunità che va declinata con metodi diversi da parte delle classi dirigenti e degli imprenditori proponendo partenariati privato-privato, cioè tra aziende italiane e africane per sperimentare modelli di cooperazione che potranno portare a una visione diversa della logistica del lavoro, dell'opportunità di creare occasioni in loco e quindi di dare un altro senso alla migrazione».

 
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