Bassolino-Pd, aria di divorzio. E De Mita guarda al centrodestra

Bassolino-Pd, aria di divorzio. E De Mita guarda al centrodestra
di ​Adolfo Pappalardo
Sabato 24 Giugno 2017, 09:15 - Ultimo agg. 12:58
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È solo un caso ma, in queste stesse ore, entrambi si guardano attorno. Alla ricerca di nuovi orizzonti. E sono due pezzi da novanta della politica del Mezzogiorno: Antonio Bassolino e Ciriaco De Mita.

E se il primo ormai appare (e lo descrivono) lontano dal Pd, il secondo sembra intenzionato a riprendere il ragionamento con il centrodestra dopo, o superando, la parentesi di palazzo Santa Lucia. Entrambi non più a proprio agio nel partito o nell'area in cui sono adesso. Non volgarissimi cambi di casacca o di partito, piuttosto si tratta di capire se spostando la rotta aumenti la brezza per gonfiare le vele e trovare migliore andatura.

Prendi l'ex governatore. Pensieroso e combattuto sul da farsi: se dire addio a questo Partito democratico in cui non si riconosce e, soprattutto, non viene ormai più riconosciuto. Da troppo tempo. Non è facile per lui dire addio ma, nei fatti, ci ragiona. Prima il non voto, lui rigoroso ai riti dogmatici di partito, all'ultimo congresso nazionale, ma prim'ancora la guerra durissima dei democrat contro di lui ai tempi delle primarie. Manco fosse lui il de Magistris o il Lettieri da (ab)battere. Da lì un disamoramento che lo sta per portare altrove. Dove? Questo è il punto. Bassolino non è politico che agisce per fallo di reazione e di scelte avventate non ne fa mai. È invece piuttosto attento e inizia a muoversi in silenzio per organizzarsi. Poi decide e ne fa sapere ai suoi più fidati collaboratori. Specialmente se stai meditando un divorzio politico dalla compagna di una vita. In queste ore spesso si è sentito con il governatore della Toscana Enrico Rossi e con l'ex sindaco di Milano Giuliano Pisapia. Ora, chiariamoci, Bassolino non sembra interessato a un flirt con gli scissionisti di Mdp e lo sa bene Rossi, che è uno dei fondatori. E lo sanno tutti: l'ex governatore non si riconoscerebbe mai in una forza protestataria e minoritaria. Ma un matrimonio che unisca a sinistra i transfughi del Pd e il movimento di Pisapia (che oggi sarà a Napoli con Bersani) potrebbe stuzzicarlo perché in questo caso l'unione potrebbe fungere da moltiplicatore per una nuova forza. Alternativa ma sempre in chiave riformista. 

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