«Il licenziamento fu illegittimo», Balzamo torna in Napoli Servizi

«Il licenziamento fu illegittimo», Balzamo torna in Napoli Servizi
di Valerio Esca
Domenica 12 Novembre 2017, 12:58
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Ferdinando Balzamo dovrà essere reintegrato dalla Napoli Servizi. Dopo tre anni dal licenziamento, e una sentenza favorevole in primo grado (nel giugno scorso), l'ex direttore dell'area tecnica della partecipata multiservizi vince anche in appello. Il collegio giudicante conferma quanto già stabilito in precedenza. Ovvero la vaghezza delle contestazioni che portarono al licenziamento del dirigente dell'azienda, che si configuravano come «pretestuose». Contestata inoltre l'inammissibilità dell'appello proposto dalla Napoli Servizi. Respinta, invece, la richiesta di Balzamo per il risarcimento del danno di immagine e professionale; il dirigente avrà però diritto alla retribuzione non percepita dalla data dell'esecuzione del licenziamento. Balzamo preferisce tenere un profilo basso, ma si dice «contento che dopo tre anni si sia chiusa positivamente una vicenda - aggiunge - ero sicuro che sarebbero state riconosciute le mie ragioni. Sono contento e pronto a ricominciare il mio lavoro, per l'amministrazione e per la città».

Tra le ragioni del licenziamento contestate dall'allora amministratore della Napoli Servizi Mimmo Allocca c'era la mancata verifica della «documentazione consegnata dal precedente gestore» relativa alla gestione del patrimonio immobiliare dell'ente e la carenza di azioni «dirette al recupero delle somme dovute» per 97 milioni di euro dai debitori morosi.
 
Nella sentenza di appello si legge come la stessa società avesse rilevato le difficoltà nel trattare il trasferimento dati dal vecchio gestore, Romeo, avendo ricevuto oltre 58mila file e cinque tir contenenti oltre 4mila box di archivio della documentazione completa degli immobili del patrimonio immobiliare del Comune, di circa 27mila rapporti di utenza. Fu lo stesso Allocca nel 2016, in un'intervista, ad ammettere le criticità. Le stesse utilizzate nel 2014 per licenziare Balzamo. «Stando così le cose scrive il presidente della sezione lavoro della Corte di Appello di Napoli - non può che confermarsi quanto già ritenuto dal primo giudice, circa la natura ingiustificata e pretestuosa del licenziamento». Il provvedimento espulsivo - secondo i magistrati - è stato dunque adottato sulla scorta di contestazioni generiche e non fondate. Il motivo del licenziamento, a detta dei giudici, risulta piuttosto come una reazione dell'azienda al ricorso di Balzamo (quando era ancora in carica), rispetto ad una ritrattazione del suo compenso. In pratica la Napoli Servizi voleva abbassare lo stipendio del dirigente, che decise di ricorrere. Da qui pare sia cominciato il braccio di ferro tra la società e il dirigente. Addirittura dai testimoni - come riportato in sentenza - verrebbe fuori la volontà del Comune e dell'allora amministratore di rimuovere Balzamo, «perché non eseguiva le loro indicazioni». «Si lamentavano di Balzamo per le condizioni retributive e lavorative» racconta ai giudici un ex consigliere comunale.

L'ex assessore Pd, che ha ricoperto all'interno della Napoli Servizi diversi ruoli nel corso degli anni - consigliere di amministrazione e amministratore delegato (nel 2006), direttore generale (dal 2007) e dirigente auto-assunto a tempo indeterminato (ultimo ruolo ricoperto quello di direttore dell'area tecnica) - vince dunque su tutta la linea. Sono cadute anche le altre accuse che l'azienda ha rivolto a Balzamo. Tra queste l'«autorizzazione illegittima di spese da parte dei precedenti amministratori per rimborsi taxi, ristoranti e cancelleria nonché un abbonamento del treno Roma-Napoli per l'ex responsabile amministrativo».