Ballottaggi, seggi aperti in Campania:
Ambizioni DemA a Bacoli e Arzano

Ballottaggi, seggi aperti in Campania: Ambizioni DemA a Bacoli e Arzano
di Marilicia Salvia
Domenica 25 Giugno 2017, 00:20 - Ultimo agg. 22:06
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Dove eravamo rimasti. Quindici giorni dopo, si torna a votare in nove comuni della Campania, dei quali ben sei nella provincia di Napoli, mentre si fa fatica a ricordare volti e parole significativi di uno scorcio di campagna elettorale giocata più sui veleni che sui contenuti, più sui tentativi di screditare l’avversario che sull’intento di contribuire al miglioramento delle condizioni del territorio. Due soli casi di apparentamento ufficiale, registrati entrambi a Sant’Antimo, a significare che la logica dello schieramento, la capacità di leadership propria dei partiti si sono sostanzialmente azzerati, sostituiti dall’accrescersi di trattative sotterranee, di giochi nell’ombra con i quali, paradossalmente, il controllo del voto diventa più facile, i ricatti e i veti reciproci più incisivi. Il risultato, sul piano politico, sono le migliaia di voti che, almeno in teoria, sono quest’oggi in libera uscita: sono i voti degli sconfitti al primo turno, voti liberi ma in fin dei conti sul «mercato», che incideranno questa sera sull’esito finale della partita. Insieme a un altro «giocatore» altrettanto forte: l’astensionismo, tradizionalmente molto alto nei turni di ballottaggio, decisamente temibile quando il voto cade, come oggi, in una caldissima domenica d’estate. 
 



Elettori al mare, candidati sul filo: nessuno degli aspiranti sindaco, alla luce dei risultati del primo turno, può dire di avere la vittoria in tasca, ed è per questo che ogni voto in più può rivelarsi decisivo. È assolutamente in bilico, per esempio, il risultato di Capaccio, dove centrodestra e centrosinistra sono separati da un misero zerovirgola. Ma è in bilico anche a Bacoli, dove pure tra il pd Picone e il «DemA» Della Ragione ci sono sei punti di differenza: a pesare, qui, sarà la capacità di persuasione messa in atto nei confronti dell’elettorato del terzo classificato, quel Salvatore Illiano rimasto fuori per un soffio, ex consigliere pd ma anche amico di molti forzisti, e dunque più che mai catalizzatore di un voto trasversale. 

Questa di Bacoli è, insieme alla sfida di Arzano, una competizione molto attesa per verificare il peso «extramoenia» del movimento del sindaco di Napoli De Magistris. Se l’ex pm dovesse riuscire a vedere entrambi i suoi candidati (Della Ragione a Bacoli, la favorita Fiorella Esposito ad Arzano) indossare la fascia tricolore, le sue ambizioni troverebbero nuova linfa dopo le delusioni del primo turno, quando ha visto cadere Telese a Torre Annunziata e Iacomino a Portici. Proverà a battere se stesso invece il Pd, vincitore assoluto (e a sorpresa) del primo turno almeno nella provincia di Napoli con il poker Portici-Pozzuoli-Pompei-Ischia: il partito di Renzi potrebbe aggiudicarsi adesso Torre Annunziata (Vincenzo Ascione parte in vantaggio di dieci punti sul centrista Ciro Alfieri), Capaccio con Voza, Maddaloni con Rozzano (al primo turno la sua coalizione ha già raggiunto il 54% dei voti) e, come accennato, anche Bacoli. Meno probabile invece una affermazione ad Arzano, dove la candidata Dema, Fiorella Esposito, da esponenti pd ha raccolto addirittura endorsement, come quello del suo ex collega sindacalista Gianluca Daniele, oggi consigliere regionale. Se la Esposito dovesse farcela non avrebbe solo la soddisfazione di conquistare alla politica il palazzo municipale dopo tre anni di commissariamenti per mafia, ma si segnalerebbe anche per essere l’unica donna a diventare sindaco in questa tornata amministrativa.

Per tornare al Pd, c’è da scommettere che in queste ore sono soprattutto due i comuni monitorati nel quartier generale di via Toledo. Due territori roccaforte del centrodestra, Sant’Antimo in provincia di Napoli e Mercato San Severino in quella di Salerno, dove per la prima volta dopo molti anni il centrosinistra ha trovato uomini e squadre in grado di tentare la riconquista. A Sant’Antimo l’impresa più difficile, considerati i 12 punti di distanza tra Russo e l’«erede» dei Cesaro Chiariello. E tuttavia già al primo turno il Pd ha sorpassato, in termini di voti assoluti, Forza Italia; mentre pur di riuscire nell’impresa l’esponente pd si è «apparentato» adesso con una civica dello sconfitto Castiglione, area centrodestra (Chiariello a sua volta si è alleato con l’Udc). Peraltro il candidato dem è al suo terzo ballottaggio, e per due volte è stato eletto sindaco con una clamorosa rimonta al secondo turno, sia pure senza maggioranza. Stavolta ci riprova tenendo pure d’occhio DemA, con quel 10,87% di voti assegnati a Giuseppe Italia che potrebbe confluire nel suo carniere. A Mercato San Severino, invece, il deluchiano Bennet parte in vantaggio su Somma, sostenuto dal centrodestra del senatore Cirielli (il candidato dell’ex sindaco Romano si è fermato al primo turno). Il paradosso è che Bennet corre senza il simbolo del Pd: se davvero conquisterà il Municipio, la vittoria sarà di De Luca e del suo ostinato presenzialismo in campagna elettorale.

Il quadro più complesso, politicamente parlando, è quello di Melito. Antonio Amente (Psi e civiche), per tre volte sindaco di area moderata, va ai blocchi di partenza con il 48,71% e la simpatia della gran parte del Pd locale (escluso Carpentieri, costretto a capitolare al primo turno). Ma se Amente parte favorito, il suo avversario Pietro D’Angelo (Mdp e civiche che coprono l’intero arco costituzionale) non si sente affatto sconfitto: a quota 29,12%, esibisce il miglior risultato di partito, quel 15,65% di Articolo Uno «targato» fondamentalmente Michela Rostan, deputata che ha qui la sua roccaforte.
La differenza tra i due potrebbe essere colmata in favore di D’Angelo dai simpatizzanti del candidato DemA Raffaele Caiazza, che ha chiuso il primo turno con il 12% e che porterebbe il sindaco di Napoli nel confortevole ruolo di ago della bilancia nel comune del segretario provinciale dem. Ruolo che, a Somma Vesuviana, è chiamato a svolgere l’elettorato «orfano» del Pd tra il forzista Celeste Allocca (figlio di un defunto sindaco molto amato in paese) e Salvatore Di Sarno, che di quel compianto sindaco fu il vice e adesso è leader di una «classica» coalizione di centrosinistra (ma senza il Pd). Comunque vada, sarà un brindisi. Fino ai prossimi veleni.

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