L'assemblea dei 2.600 comuni Asmel: «Abroghiamo il codice degli appalti»

L'assemblea dei 2.600 comuni Asmel: «Abroghiamo il codice degli appalti»
Mercoledì 5 Dicembre 2018, 20:43
2 Minuti di Lettura
Abrogazione del Codice degli Appalti e semplificazione delle norme sugli Enti locali tornando al Regolamento precedente per attuare concretamente le direttive europee: sono alcune delle proposte a costo zero e di immediata applicazione, per promuovere crescita e sviluppo, emerse nel corso dell’Assemblea dei soci Asmel (Associazione di enti locali che raggruppa oltre 2600 Comuni in tutt’Italia) che si è svolta a Napoli lunedì 3 dicembre con la partecipazione di oltre 600 sindaci da tutta Italia.

L’attuale Codice degli Appalti, il decreto legislativo 50/2016, rappresenta, a parere unanime degli addetti ai lavori, un freno agli investimenti pubblici ed alla crescita. Troppo complesso ed ancora inattuato a due anni ed otto mesi dal varo. Ad oggi sono stati approvati solo 28 decreti attuativi dei 66 attesi, per non parlare del trauma da cambiamento che ogni nuovo decreto attuativo comporta.

«Tanto vale, - sostiene Francesco Pinto, segretario generale Asmel – abrogarlo completamente e subito. Basterebbe ripristinare il Regolamento precedente, che diventerebbe, con pochi adattamenti, lo strumento attuativo delle direttive europee. Evitando traumi o ritardi da cambiamento, perché il vecchio Regolamento è per tutti gli addetti ai lavori uno strumento sperimentato da anni».

L’Asmel propone di adottare la formula del “copy out” per recepire le direttive europee, ossia di inserirle uguali all’interno dell’ordinamento italiano, formula messa in pratica già da Francia, Inghilterra e Spagna. Tale proposta era già stata effettuata dall’Asmel in sede di Audizione presso la Commissione Lavori pubblici del Senato a marzo 2015.

«La proposta - incalza Pinto - ha il pregio di essere immediatamente operativa. Si tratta di un provvedimento con tutti i requisiti del decreto legge, vista l’urgenza di snellire le procedure di spesa per far decollare gli investimenti pubblici. Un decreto con pochi articoli: l’abrogazione del nuovo Codice, il recepimento delle direttive con il copy out ed il ripristino del vecchio Regolamento, con i necessari adeguamenti al nuovo contesto. Il nuovo Codice sarebbe così caratterizzato dalla massima chiarezza e semplicità perché le direttive europee sono scritte con un linguaggio snello e fluente e già tradotto in inglese. Non male per avvicinarci ad investimenti stranieri».
© RIPRODUZIONE RISERVATA