Appalti truccati in Campania, il gelo di Renzi: «Si scavi a fondo, non credo alla giustizia a orologeria»

Appalti truccati in Campania, il gelo di Renzi: «Si scavi a fondo, non credo alla giustizia a orologeria»
di Nino Bertoloni Meli
Mercoledì 27 Aprile 2016, 11:01 - Ultimo agg. 11:49
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Imbarazzo. Sorpresa. Incredulità. Ma anche determinazione a non farsi crollare la vicenda Graziano addosso così, senza reagire. E' il clima che si è colto dalle parti del Nazareno sede del Pd, e anche di palazzo Chigi, sede del governo, dove Stefano Graziano ha svolto la mansione di consulente. Un incarico che ebbe con Enrico Letta, e rispetto al quale il premier Matteo Renzi ha tenuto a precisare i contorni, temporali e politici, con tanto di comunicato ufficioso: «A Graziano non è stato rinnovato alcun ruolo perché il suo impegno, assunto sotto il governo Letta, aveva la durata di un solo anno, dal 31 dicembre 2013 al 31 dicembre 2014, termine in cui l'incarico è cessato senza essere confermato». Punto.

Non è una presa di distanza totale, ma le assomiglia tanto. Comunque un modo per parare le bordate leghiste e grilline che non si sono fatte attendere, e anche per dare la linea al partito impegnato in campagna elettorale per le amministrative, e proprio a due passi da lì, a Napoli, con il presidente regionale sotto inchiesta. E non è neanche un predisporre le truppe per una difesa a oltranza. Da palazzo Chigi, anzi, pare sia venuto l'imput perché Graziano si autosospendesse su due piedi, in giornata. Cosa che il Pd ha salutato con un grosso sospiro di sollievo.

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