Anm, rischio crac: ore decisive per il piano di Manzo

Anm, rischio crac: ore decisive per il piano di Manzo
di Luigi Roano
Lunedì 2 Luglio 2018, 09:17 - Ultimo agg. 09:30
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In 35 - tutti professionisti - lavorano da 48 ore full immersion in via dei Mille, la sede napoletana PricewaterhouseCoopers. Un colosso mondiale con 223mila dipendenti della consulenza strategica. Tutti al capezzale di Anm coordinati dal manager della Napoli Holding, Amedeo Manzo, che ha in carico la patata bollente dell’Azienda napoletana mobilità. Stanno lavorando al Piano di rilancio di Anm da presentare domani al Tribunale fallimentare: se il piano è credibile ci sarà il pollice in alto e si potrà andare avanti. Se non convince allora per Anm si apriranno le porte del fallimento. Per arrivare a domani - tuttavia - oggi sono previsti passaggi cruciali. L’assemblea della Napoli Holding di cui Manzo è presidente presenterà al Comune il Piano che dovrà ratificarlo e farlo suo. A seguire l’assemblea di Anm che dovrà adottare lo stesso Piano.

Fatti questi due passaggi si potrà andare in Tribunale. Contestualmente in Comune ci sono altri due appuntamenti fondamentali di ordine più squisitamente politico, ma non per questo di minore importanza. Gli arancioni arrivano all’appuntamento per salvare Anm non certo unitissimi e nemmeno tanto consapevoli della posta in gioco. Il sindaco Luigi de Magistris nè è consapevole e annusata l’aria ha fatto saltare il Consiglio comunale previsto per oggi per mettere tutti intorno allo stesso tavolo. Per dire semplicemente che si rema nella stessa direzione - il ragionamento dell’ex pm - o si va tutti a casa. Procediamo con ordine.
 
Fiducioso Manzo sul futuro però ammonisce: «Il Piano prevede il pareggio bilancio di Anm entro fine anno con una serie di misure riferite non solo agli esuberi ma soprattutto all’efficientamento e al ripristino della legalità. I lavoratori hanno dei sacrosanti diritti ma anche dei sacrosanti doveri. Saremo ferrei nella richiesta dei doveri e stroncheremo ogni forma di ricatto. I posti di lavoro li salviamo ma a condizione che ci sia dedizione e coinvolgimento nel salvare Anm e che in pochi non sporchino il lavoro di oltre 2500 dipendenti che tutti i giorni si danno da fare». L’allusione a quanto sta accadendo con le improvvise malattie che fanno saltare il servizio delle funicolari è chiara. «Nel Piano c’è la fine dei privilegi - sottolinea Manzo - a iniziare dai superminimi, a certe forme di orari di lavoro ridotto, per far funzionare Anm serve questo e migliorare il servizio per fare sì che i biglietti i napoletani li comprino. Posso dire che negli ultimi due mesi la riscossione è migliorata del 500%. Premieremo chi lavora e si dedica all’Azienda e sono la maggioranza saremo inflessibili verso chi non si adegua a questo modello di efficienza».

Come si diceva c’è un aspetto politico rilevante nella gestione della crisi dell’Anm. Cioè mettere d’accordo tutte le anime arancioni. E c’è su questo fronte da sottolineare come l’Azienda esprime diversi consiglieri comunali sia della maggioranza sia dell’opposizione, di qui gli intrecci anche con i sindacati. Anm oggi è un po’ come lo Snavu di qualche lustro fa, un sindacato dei vigili urbani che a Napoli e in Comune ha dettato legge condizionando le scelte dell’amministrazione ai tempi di Antonio Bassolino e Rosa Russo Iervolino. Oggi Anm esprime - legittimamente - consiglieri come il Presidente della Commissione Mobilità Nino Simeone di Agorà che pure sta iniziando ad avere dubbi sulle forme di «lotta» dei sindacati; Mario Coppeto (Sinistra) e Stefano Buono (Verdi) collegati al mondo di Napolipark oggi in Anm; Salvatore Madonna (Pd) storicamente vicino alla Cisl e ai sindacati bianchi del pianeta trasporti. E Aniello Esposito (Pd) che ha molti sostenitori nell’area della ex Metronapoli. 
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