Pugno di ferro e stop agli sprechi:
​Anm, così è passata la linea Manzo

Pugno di ferro e stop agli sprechi: Anm, così è passata la linea Manzo
di Luigi Roano
Venerdì 20 Ottobre 2017, 11:09
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Revisione del piano industriale e patrimonializzazione light per puntare a risollevare Anm attraverso azioni che incidono sul personale. Tutti al lavoro e niente più ciccia gratis, a iniziare da superminimi e ammennicoli vari che pesano per diversi milioni. Soprattutto il personale deve mettere i panni del controllore e lottare ferocemente contro l'evasione. È il primo vero punto di svolta nei rapporti tra Amedeo Manzo, amministratore unico della Napoli Holding che ingloba tutte le partecipate del Comune, e l'azionista Palazzo San Giacomo. Perché sull'Anm - forse complici anche le bacchettate della Sezione di controllo della Corte dei Conti sui bilanci dell'ente di piazza Municipio e, di sicuro, le preoccupazioni che affliggono l'amministrazione guidata dal sindaco Luigi de Magistris per il debito che grava sulle casse del Comune - prende forma e sostanza la linea del manager Manzo, che è anche presidente della Bcc (Banca di credito cooperativo). Intendiamoci, Manzo è stato fortemente voluto dal sindaco de Magistris in quel delicato ruolo e ancora di più dal fidatissimo capo di gabinetto Attilio Auricchio che piano piano lo ha convinto a sposare la causa «per migliorare i servizi ai suoi concittadini». La politica, nella sostanza, c'entra poco o nulla. Fuori da ogni metafora, la mancata capitalizzazione dell'azienda napoletana mobilità alla canna del gas attraverso l'innesto di patrimonio immobile è figlia di una strategia messa in campo da Manzo, il quale zitto zitto ha partecipato a tutte le maratone tra Comune e sindacati e poi, quando tutto sembrava avere preso una certa direzione, ha calato sul tavolo la sua idea. Perché si può parlare di svolta? Per due motivi: il primo è che se si chiede a un manager di mestiere di fare il suo lavoro non gli si può chiedere poi di declinare il suo operato con i paradigmi della politica tenendo dentro il buono e il brutto per la pax sociale o simili cose. In secondo luogo, il rischio di un braccio di ferro avrebbe in questo momento storico avuto un effetto molto negativo sulle sorti di tutto il Comune. Se fosse stato depotenziato Manzo avrebbe potuto fare le sue riflessioni e dedicarsi magari solamente alla sua amatissima Bcc. Il presidente della Holding di Palazzo San Giacomo - giova sottolinearlo - di un simile scenario non solo non vuole sentire nemmeno parlare, ma è già proiettato oltre, al salvataggio dell'azienda, perché si sente saldamente ancorato al progetto che gli hanno sottoposto il sindaco e il capo di gabinetto al momento di affidargli l'incarico. «La mia linea - dice - è quella del Comune, tutti assieme abbiamo deciso e optato per una patrimonializzazione leggera, ovvero conferire il palazzo di via Marino e puntare su altri asset come l'efficientamento e la lotta all'evasione. Un patto al quale devono aderire tutti i protagonisti che stanno lavorando su Anm». 

Manzo si è dato un mese di tempo, forse anche meno, per concretizzare le strategie di salvataggio: revisione del piano industriale, selezionare una o più agenzie di controllo di livello internazionale che diano semaforo verde al nuovo corso, fondamentale per garantirsi anche un po' di respiro nei confronti dei creditori. «Ci vogliono professionalità e fatti concreti» trapela dall'entourage di Manzo, perché quelli che si metteranno in campo saranno criteri innovativi e manageriali: razionalizzazione dei costi, del personale, utilizzo efficiente degli immobili acquisendo maggiore redditività e recupero dell'evasione. In un contesto come quello napoletano - giusto per fare un esempio - il ritorno della controlleria, della vecchia figura del controllore a bordo di bus, metro e funicolari può essere determinante vista l'altissima percentuale di cosiddetti «portoghesi». Il recupero della redditività degli immobili che stanno nelle stazioni e funicolari, dove stanno per essere rifatti i contratti, è un altro pezzo della ripresa. Ma ora la partita vera si gioca tra personale e recupero dei ricavi diretti ovvero dai biglietti, fondamentali per un'azienda che perde la media di due milioni al mese. Controlli e campagna di sensibilizzazione per i cittadini che - secondo Manzo che sta lavorando con l'amministratore di Anm Ciro Maglione - devono sostenere la propria azienda pagando e facendo pagare biglietto. L'obiettivo è di mettere in linea di galleggiamento e con una navigazione tranquilla l'Azienda napoletana mobilità nel giro di tre anni.

Una scommessa forte se si guarda ad Anm come è ridotta, ma in Comune sembra che tutti ci credano e stanno facendo di tutto perché ci credano anche i dipendenti di Anm. 

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