​Street art, Jorit dona la seconda opera al Bronx

Street art, Jorit dona la seconda opera al Bronx
di Alessandro Bottone
Sabato 17 Marzo 2018, 13:41 - Ultimo agg. 14:21
2 Minuti di Lettura

È terminata l’opera di Jorit Agoch a San Giovanni a Teduccio. Lo street artista ha realizzato un altro enorme intervento sulla parete di uno dei due edifici del famigerato Bronx, nella periferia est di Napoli. Così chiunque passerà di qui sarà colpito da due enormi volti: a destra quello di Maradona, a sinistra quello di un giovanissimo, un “essere umano”.



Jorit, napoletano, con padre Italiano e madre olandese, ha firmato numerose opere in città. Oltre ad “Ael” – la “zingarella” nel Parco dei Murales di Ponticelli - è suo anche il “Gennaro” di Forcella, così come “Diego”, l’enorme volto di Maradona che, appunto, copre la parente a fianco all’ultima creazione in viale Due Giugno.

“Essere umani” si legge ai piedi dell’opera. La ritrattistica di Jorit emerge ancora una volta nei dettagli del volto, col chiaroscuro che dà profondità al disegno. Un viso e poi uno zoom sugli occhi di un giovane, anzi giovanissimo. Quasi una fotografia. Per la prima volta nelle opere realizzate a Napoli, Jorit introduce un doppio disegno sulla stessa superficie. Non un personaggio famoso come in precedenza ma uno “scugnizzo”, un ragazzo comune, un modo per sottolineare la vicinanza al popolo che ha omaggiato Jorit per le due grandi opere che ha donato al quartiere di Napoli Est.
 

 


Prima di dipingere sull’enorme facciata l’artista aveva riportato sulla parete i versi di una poesia. Poi i colori hanno dato forma al volto di un ragazzo. Le “cicatrici” - tratto tipico con cui Jorit caratterizza le sue opere - sono molto più accentuate rispetto ad altri disegni.

«L’arte di Jorit acquista maggior valore e potenza proprio quando vengono innalzati a “monumenti umani” le persone del popolo. Le opere con una maggiore forza artistica e di impatto sociale sono proprio quelle come questa di San Giovanni, come “Ael” a Ponticelli e “Gennaro” a Forcella» dice Silvia Scardapane, storica dell’arte ed esperta di linguaggi urbani.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA