A cavalcioni sulla colonna di Pompei, le scuse di Nils: «Io, minacciato sul web»

A cavalcioni sulla colonna di Pompei, le scuse di Nils: «Io, minacciato sul web»
di Susy Malafronte
Martedì 5 Giugno 2018, 07:30
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È stata una bravata innocente, una scelta estemporanea compiuta senza comprenderne il senso e le conseguenze. Così Nils, il giovane turista sche si è fatto fotografare seduto su una colonna spezzata negli Scavi, spiega quello scatto in una lettera di scuse alla Soprintendenza. Un comportamento superficiale, si giustifica, rivelando poi un dettaglio choc: in questi giorni per quello scatto è stato addirittura bersaglio di minacce di morte. In ogni caso Nils si è detto dispiaciuto e pronto a pagare per l'errore. La denuncia social e tutta l'indignazione del web hanno convinto il giovanissimo turista a chiedere scusa al mondo intero per aver «calpestato» il patrimonio culturale. Incredulo il direttore generale del Parco Archeologico, Massimo Osanna, quando nella tarda mattinata di ieri si è visto consegnare dai suoi collaboratori il lungo messaggio in cui il venticinquenne Nils, studente universitario belga, nel manifestare il suo più profondo e sincero rammarico ha scritto di voler «contribuire in termini economici a nuove scoperte e alla conservazione del sito», lanciando un appello ai suoi follower di Instagram a partecipare alla «raccolta di fondi per Pompei».
 
«Mi scuso con tutti quelli che ho offeso sedendo sulla colonna del Parco Archeologico», ha scritto Nils. «Ammetto che non è stata la mia decisione più intelligente, e non pensavo al significato storico del luogo e al modo in cui poteva essere percepito da altri. Non era mia intenzione mancare di rispetto al patrimonio culturale e storico che questo luogo rappresenta». Ma l'incidente è servito al giovane per fare un'alra riflessione. «Sappiamo tutti - ha scritto - che Internet può essere un luogo ostile. Leggere le minacce di morte, e xenofobe, che ho ricevuto nelle ultime 24 ore mi hanno ferito fino al midollo. Tuttavia, da questa esperienza, ho imparato che mai più offenderò i luoghi d'arte. Spero che anche altri possano imparare dal mio errore».

Scene di ordinaria follia, di turisti che offendono e mortificano l'arte, calpestandola senza pietà, si verificano spesso all'interno degli Scavi archeologici di Pompei. In particolare il fenomeno assume aspetti preoccupanti nella prima domenica del mese, quando l'ingresso alla città sepolta è gratuito e si fa notevole la pressione antropica sulle antiche vestigia. Turisti che bivaccano all'ombra dei monumenti, che si arrampicano su tettoie e muretti, che appoggiano piedi e mani sugli affreschi. Sul banco degli imputati ci sono prima di tutto i custodi che, a detta di molti, non vigilano abbastanza. A loro discolpa c'è il fatto che sono pochi: in media gli viene affidato un chilometro quadrato. Uno spazio enorme, che una sola persona non riesce a tenere sotto controllo nello stesso momento. Il patrimonio da salvaguardare si estende su 66 ettari a cui si vanno ad aggiungere i nuovi cantieri, pieni di tesori su cui vigilare. L'impressione è che l'«errore» di Nils non resterà un'eccezione. È eloquente un'altra immagine comparsa su Facebook ieri, che documenta i rifiuti lasciati tra le anfore da chissà chi. Anche in questo caso, i commenti sdegnati sono tantissimi. Chissà se qualcuno si farà vivo per chiedere scusa.
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