De Simone: «Sax e marimba: il mio Mozart contemporaneo»

De Simone: «Sax e marimba: il mio Mozart contemporaneo»
di Donatella Longobardi
Domenica 22 Gennaio 2017, 16:07 - Ultimo agg. 16:26
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«Voglio mostrare Mozart com'è, vivo e palpitante, non un relitto archeologico» dice Roberto De Simone, che dopo aver lanciato l'album di antiche canzoni napoletane registrato dal suo barbiere, Alfredo Napoletano, continua un'instancabile opera di divulgazione. Il 27 gennaio (ore 18) sarà protagonista al San Pietro a Majella di un eccezionale incontro con gli studenti. Occasione il duecentosessantunesimo compleanno del genio salisburghese celebrato dalla sede napoletana dell'Associazione Mozart Italia presieduta da Antonino Calderone cui ha aperto le porte il direttore dell'antica scuola musicale Elsa Evangelista. «Per me insiste De Simone sarà un momento importante, la città ha bisogno di segnali forti per poter riconoscere lo stato di degrado culturale che sta attraversando, specialmente in campo musicale».

Maestro, dunque la scelta di Mozart non è casuale?
«Affatto. Basti pensare alla Scuola Napoletana cui sembrano ispirate soprattutto le grandi opere del grande autore. Dopo il cattivo esempio del San Carlo che ha ospitato Maradona, quale migliore sede che il San Pietro a Majella, erede degli storici Conservatori napoletani del Seicento, testimonianza della grande tradizione musicale partenopea. Qui produciamo cultura autentica, non populistica e di facciata e a costo zero, senza i fondi che mettono a disposizione le istituzioni per altro tipo di eventi».

Come pensa di articolare l'incontro?
«In maniera molto semplice, farò delle introduzioni, indicherò dei percorsi di lettura, i ragazzi eseguiranno brani da me scelti o composti in modo da chiarificare i concetti espressi, si tratterà comunque di riproposte assolutamente nuove rispetto alla prassi esecutiva».

Lei parlava di un Mozart moderno, non da museo.
«Certamente. Userò anche il sax e la marimba. È così che la cultura diventa contemporanea senza essere scioccamente trasgressiva».

In che senso?
«Beh, basti pensare al Don Giovanni, l'opera più trasgressiva della storia della musica con concezioni musicali avveniristiche e sconvolgenti anche dal punto di vista della vocalità. Esaminando la partitura viene fuori un Mozart che veste i panni del Libertino mettendosi sotto i piedi le regole e le tradizioni del suo tempo, gli sviluppi armonici sono assolutamente non convenzionali. È chiaro che lo scopo di Mozart è irridere l'ufficialità per questo la mia sarà una riproposta assolutamente nuova rispetto alla tradizione esecutiva».

Facciamo un esempio.
«Farò ascoltare la Serenata dal Don Giovanni in una trascrizione per mandolino e basso tuba per far capire la dirompenza della sua concezione musicale in un brano in cui veste i panni di un popolano che fa la serenata a una serva».

Ci saranno molti interventi?
«Si ascolterà l'Exultate Jubilate che lui aveva ideato per un celebre castrato, e, visto che oggi tali voci non esistono, ho inserito un sax contralto. Ma ci sarà anche Franco Iavarone che darà voce al dialogo tra Mozart e Salieri immaginato da Puskin e al presunto avvelenamento, una leggenda che fa parte del personaggio, ci sarà anche una citazione del Requiem che andava componendo e non sappiamo come lui lo avrebbe scritto».

Sono tutte sue trascrizioni?
«C'è una mia orchestrazione per la celebre Marcia Turca, sarà affidata a orchestra con marimba e clarinetto, ma farò ascoltare anche una Cadenza sul Concerto in Re minore K 466 che composi a 14 anni pensando a Mozart che forse in quella occasione aveva già in mente il Don Giovanni e le parti di temi dell'opera, un altro modo per far comprendere la contemporaneità della sua musica, un genio nel precorrere la storia tanto che scavalca anche il romanticismo, oggi chissà cosa si inventerebbe!».
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