Premio Napoli, vince la Di Pietrantonio: «L'arminuta» miglior romanzo

Giuseppe Montesano, Dontella Dipietrantonio e Davide Rondoni
Giuseppe Montesano, Dontella Dipietrantonio e Davide Rondoni
di Ida Palisi
Mercoledì 20 Dicembre 2017, 08:34 - Ultimo agg. 11:22
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È Donatella Di Pietrantonio la vincitrice del Premio Napoli 2017 con il suo romanzo L'arminuta (Enaudi), storia tenera e raffinata che parla di maternità e di abbandono tra i chiaroscuri di una regione ancora rurale e povera, con al centro una bambina «restituita» alla famiglia biologica dalla madre adottiva. La scrittrice abruzzese è stata scelta (con 381 voti) dalla giuria popolare (sono stati ricostruiti i comitati di lettura e distribuiti 30.000 libri) della manifestazione e ha avuto la meglio sul poeta e saggista Andrea Inglese, al suo esordio narrativo con Parigi è un desiderio (Ponte alle Grazie), e su Andrej Longo molto apprezzato per L'altra madre (Adelphi).
«Si dice che ogni scrittore scriva in fondo sempre lo stesso libro», ha detto la Di Pietrantonio ieri nella serata finale del premio, condotta da Conchita Sannino in un teatro Mercadante gremito, «abbia sempre lo stesso demone: per me è quello materno. In questo caso è trattato dal punto di vista delle figlie. I personaggi della famiglia biologica sono dei vinti, mentre quella adottiva ho voluto salvarla, cambiando il finale».
La cerimonia è stata animata dalle musiche del trio di Francesco D'Errico e aperta da un filmato sulla storia della manifestazione realizzato dal presidente Domenico Ciruzzi, che ha riproposto alcuni protagonisti delle stagioni passate, tra cui Rea, Ghirelli, De Crescenzo, Starnone, Prisco e l'avvocato Gerardo Marotta salutato con l'applauso del pubblico. A tutti i finalisti, la Fondazione Premio Napoli ha donato una scultura di Christian Leperino, consegnata tra gli altri da Massimo Adinolfi, Sergio Moccia, Amedeo Lepore, dall'assessore alla Cultura Nino Daniele e dal sindaco Luigi de Magistris che ha ricordato l'importanza della «letteratura e della cultura come arma contro il degrado».

 

Il premio per la saggistica è andato alla monumentale raccolta dello scrittore, ed editorialista de «Il Mattino», Giuseppe Montesano Lettori selvaggi (Giunti) che ha avuto la meglio sulle pur pregevoli opere di Giancarlo Alfano L'umorismo letterario (Carocci) e Bruno Cavallone La borsa di Miss Flite (Adelphi), introdotti dal capo della redazione Cultura de «Il Mattino» Titta Fiore che ha spiegato come tutti e tre i saggi «si leggessero come un romanzo e restituissero il piacere del testo. Quella di Montesano poi è un'opera mondo, un viaggio tra le sue passioni letterarie con la necessità di leggere in questo tempo di dittatura dei 140 caratteri». «Si diventa lettori selvaggi tuffandosi nei testi», ha detto Montesano, «cominciando a leggere e divagando. Se troviamo nei libri l'energia, questa ci dà la spinta per leggere ancora. Sono contro qualsiasi tipo di steccato, non trovo niente di giusto nel fatto che debba limitarmi a un genere: come lettori noi siamo per natura onnivori». Infine Davide Rondoni con La natura del bastardo (Mondadori) e «la sua ricerca accanita di un senso, di un sentimento vero, da esprimere comunque» ha vinto per la sezione poesia (moderata da Francesca Ghidini) prevalendo su Francesco Scarabicchi con Il prato bianco (Einaudi) e Giuliano Tabacco con La grande mappa (Transeuropa). «Ho scritto di vite brevemente presenti», ha spiegato lui, «che sembrano nulla di fronte all'universo. Diceva Leopardi che quando l'uomo si confronta con l'universo si sente quasi nulla. Questo quasi è qualcosa di estremamente affascinante che la poesia deve dire, tentando di catturare questa cosa minima in cui c'è qualcosa di grande».
Il presidente Ciruzzi ha ricordato che il premio si ispira ai valori costituzionali e «cerca di mettere in connessione tutto il territorio e le sue energie positive» e ha consegnato a Cesare Moreno, educatore e fondatore del progetto dei maestri di strada per il contrasto alla dispersione scolastica, il premio per la cultura, mentre il filosofo Aldo Masullo (assente per un'indisposizione) ha affidato alla nipote Marta il compito di ricevere il Premio Enrico Forzati per l'impegno civile, ospitato per la prima volta dal Premio Napoli. Infine allo storico ed esperto di politiche europee Donald Sassoon - che stamattina alle 10.30 terrà una lectio magistralis a palazzo Du Mesnil ospite dell'Orientale - è andato il riconoscimento internazionale. «Consiglio a un giovane oggi di leggere romanzi, sennò si perde l'immaginazione. Sperando di sbagliarmi», ha sottolineato lo storico, «l'Europa sta andando molto male, ma leggendo i libri degli altri e scambiando le culture si elegge una cittadinanza ideale».
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