Party all'Anfiteatro di Pompei: 15 mila euro per affittare un pezzo di storia

Party all'Anfiteatro di Pompei: 15 mila euro per affittare un pezzo di storia
di ​Marilicia Salvia
Domenica 8 Ottobre 2017, 11:27 - Ultimo agg. 23:24
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L'archeologia non è solo passato, non è solo scienza o tecnica, è soprattutto fascino. E Pompei non è solo una città antica, resa immortale dalla coltre di cenere che la soffocò inesorabilmente quasi duemila anni fa. A Pompei, nel tempo, si sono immerse bande rock per goderne (a porte chiuse) il sapore, si sono inoltrati maestri del cinema, si sono esibiti teatranti e cantautori, orchestre sinfoniche e ballerini. Si sono persino immaginati ologrammi, sognati avatar degli antichi abitanti, sono state realizzate piste per biciclette, anche se poi queste non si sono (per fortuna) mai staccate dalla rastrelliera. Perciò non stupisce l'iniziativa del soprintendente Massimo Osanna, che sull'«utilizzo» del Parco archeologico più famoso e visitato al mondo ha varato in queste ore un vero e proprio regolamento: un vademecum per l'«affitto» degli Scavi, con tanto di tariffario che indica cifre (abbastanza elevate, ma alla portata di molti) per le singole location, ma allo stesso tempo stabilisce le garanzie necessarie per ottenere quella che si definisce giuridicamente la concessione in uso, e soprattutto istituisce una commissione giudicatrice alla quale è demandato il compito di vagliare le richieste e vigilare sulla corretta realizzazione degli eventi autorizzati.

Eventi, la parola chiave: che siano congressi medici, summit politici, shooting fotografici o semplicemente matrimoni, in fondo ai tempi della vita raccontata ai social la location è tutto. Ad ospitare matrimoni no, Pompei non intende arrivare: la «compatibilità» dell'avvenimento è uno dei criteri decisivi che la direzione del Parco ha affidato alla commissione, composta da architetti, archeologi e avvocati «in grado di valutarne la fattibilità, la qualità e l'opportunità rispetto al contesto archeologico sia in termini di tutela ma anche di immagine del sito», assicura Osanna. Dunque nulla, neanche la cronica sete di denaro fresco da reinvestire nella manutenzione e tutela di un sito tanto ampio quanto fragile, spingerà oltre i cancelli di Porta Marina le orde di nuovi ricchi pronti a far festa a tutto volume e a tutta birra (o champagne) tra reperti di valore inestimabile. Non è difficile invece immaginare il via libera a cene di beneficenza, concerti di musica classica, rappresentazioni dal rimbalzo internazionale. E d'altra parte il regolamento è categorico nel prevedere l'obbligo, per chi ottiene la concessione, di pagare oneri assicurativi, garantire la solvibilità con una fideiussione e coprire le spese della vigilanza che sarà in ogni caso affidata al personale degli Scavi.

Duemila euro più le spese per l'affitto dell'Auditorium, o tremila per la terrazza dell'Antiquarium, in fondo non sono cifre irraggiungibili per chi voglia organizzare un congresso.

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