«Oedipus» in prima mondiale: il teatro invade Pompei con Wilson e la Dante

«Oedipus» in prima mondiale: il teatro invade Pompei con Wilson e la Dante
di Luciano Giannini
Sabato 16 Dicembre 2017, 09:22
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Bob Wilson, regista di eccelsa fama, che dirige in prima mondiale un «grande vecchio» della scena napoletana nel ruolo di Edipo, al Teatro Grande degli Scavi: la notizia impreziosisce il programma di «Pompeii Theatrum Mundi». La rassegna estiva dello Stabile - Teatro Nazionale di Napoli tornerà dal 21 giugno al 21 luglio 2018 con quattro spettacoli, tre al debutto assoluto. Il «grande vecchio»? Dovrebbe essere Mariano Rigillo, anche se Luca De Fusco, direttore dello Stabile, precisa: «È stato lo stesso artista americano a chiedere un grande vecchio per il ruolo che ha in mente. E noi, per rimarcare la nostra presenza in questa produzione, siamo riusciti a ottenere che fosse napoletano. Ma Wilson non l'ha ancora incontrato e, dunque, non possiamo annunciare nomi». Quello di Rigillo è il più probabile, se non l'unico. La sua candidatura ha un vantaggio ineguagliabile: fa già parte della compagnia stabile del Mercadante e dirige la sua scuola per attori.

«Pompeii Theatrum Mundi» è alla II edizione, che si inserisce nell'accordo quadriennale tra lo Stabile e la Sovrintendenza di Pompei diretta da Massimo Osanna. La presenza del ministro per i Beni Culturali Dario Franceschini, ieri, all'incontro stampa in uno dei saloni del Ministero, mette in rilievo la sua crescente importanza, complice la fama di un sito unico al mondo. «Presentare con tanto anticipo i titoli - precisa De Fusco - invoglia gli operatori turistici a inserirli nei loro pacchetti».

De Fusco aprirà il festival «non per alimentare l'ego, ma per fare da cavia. Tutti vogliamo che Wilson, sorprendente artefice di materia, spazio e luci, trovi un meccanismo già rodato». Il regista napoletano firmerà, dunque, «Salomè» di Oscar Wilde (21-23 giugno). In scena saranno Eros Pagni, Gaia Aprea e Anita Bartolucci. «L'opera - aggiunge - è perfetta per il Teatro Grande, perché è ambientata in epoca romana. Per giunta, la mia passione per l'incontro fra generi e arti diverse troverà nella Danza dei sette veli occasione di esprimersi al meglio». D'altra parte, è proprio la contaminazione l'idea portante del festival: «Vogliamo riproporre il mito e la tragedia alla luce della contemporaneità». Per abbattere i costi, «Salomè» sarà prodotto dagli Stabili di Napoli, Genova e dal festival greco di Dodoni (Epiro), teatro da poco restaurato, ed è il primo titolo di un accordo triennale tra le tre istituzioni. Lo spettacolo, poi, aprirà la stagione invernale del Mercadante.
 
A proposito di contemporaneità, ecco Bob Wilson e il suo «Oedipus», da Sofocle (5-7 luglio), frutto della collaborazione con la Change Performing Arts di Franco Laera, prima tappa dell'allestimento pensato per l'Olimpico di Vicenza. «Oedipus» si annuncia come un evento mondiale con il «grande vecchio» e quattro performer al centro di un meccanismo che abbatte le barriere tra teatro, musica, danza e arti figurative.

La danza contemporanea: Emio Greco e Peter C. Scholten, del Ballet National de Marseille, con lo Stabile di Napoli, presenteranno «Medea in varietà» (12-14 luglio), tratto da vari autori greci. Lo spettacolo tornerà in inverno al Mercadante nell'ambito di una settimana internazionale dedicata alla danza. Ultimo titolo e unica ospitalità sarà «Eracle» di Euripide, virata al femminile da Emma Dante. La produzione è dell'Inda, l'Istituto del dramma antico, debutterà a Siracusa e sarà a Pompei dal 19 al 21 luglio.

«Con gli oltre 12 mila spettatori della prima edizione e i tanti tutto esaurito, Theatrum Mundi - esordisce il ministro - si inserisce nel riscatto di Pompei. Grazie al nostro lavoro la sua immagine nel mondo è cambiata, e oggi si offre anche come spazio archeologico per iniziative culturali di qualità». A questo proposito, Franceschini auspica la collaborazione «tra i numerosi teatri di pietra, prezioso patrimonio italiano da sfruttare meglio in futuro». Per Osanna, «Theatrum Mundi» si sposa felicemente con la politica della sua Sovrintendenza: «Pompei, luogo in cui il tempo viene come scardinato, è contemporanea sempre». E in questo senso la sua funzione si collega idealmente al concetto antico di paideia, che coniuga educazione e cultura. Filippo Patroni Griffi, presidente del Cda dello Stabile, mette in evidenza «la forte identità che hanno Napoli e il suo teatro, rivolta alla tradizione e al passato greco e romano, ma anche proiettata nel futuro. Questa rassegna lo dimostra». C'è, però, l'annoso «punctum dolens», le difficoltà finanziarie, che inducono Patroni Griffi e De Fusco a dire: «Ringraziamo la Regione che è il nostro maggiore finanziatore. Assieme agli altri soci, profondiamo il massimo impegno per rispettare la gran mole di attività richiesta dalla legge sulla prosa: almeno 240 levate di sipario e 15 mila ore lavorative all'anno. Per riuscirci, tutti gli Stabili come il nostro hanno un bilancio di almeno 8-10 milioni di euro. Noi facciamo il possibile per stare al passo. Ed entro gennaio ripresenteremo la domanda per avere la riconferma dello status di Teatro Nazionale. Pompei Theatrum Mundi va in questa direzione. E con orgoglio oggi possiamo dire che con il Mercadante e il San Ferdinando, il Teatro Grande degli Scavi è il nostro terzo palcoscenico, quello estivo».
 
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