Napoli città dell’accoglienza,
per non dimenticare la Shoah

Napoli città dell’accoglienza, per non dimenticare la Shoah
di Ida Palisi
Sabato 21 Gennaio 2017, 10:35
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Fino alla seconda guerra mondiale a Napoli esistevano due sinagoghe e quella ebraica era una comunità di mille persone che in città si sentivano libere di professare il loro culto: dopo anche qui, nella capitale dell’accoglienza, non è stato più lo stesso. Gli ebrei senza passaporto furono costretti a emigrare, andando incontro alla deportazione e alla tragedia dell’Olocausto. Lo ha ricordato ieri il consigliere della comunità ebraica di Napoli Ciro Moses D’Avino, intervenuto alla presentazione delle iniziative per la Giornata della Memoria a Palazzo San Giacomo.

«Diverse famiglie di ebrei napoletani furono mandate via, le leggi razziali hanno decimato questa comunità», ha detto D’Avino, «riducendola a trecento persone, e da allora in poi non si è più ripresa. Oggi posso dire che come ebreo sono tollerato ma non mi sento accolto al cento per cento e, come tanti altri ebrei, vorrei che la Giornata della Memoria non si limitasse solo a questa ricorrenza». Intanto l’assessore alla Cultura e al Turismo Nino Daniele (con gli assessorati all’Istruzione e alle Pari Opportunità e diverse associazioni ed enti culturali cittadini, tra cui Ancem, Arcigay, l’Istituto Campano della storia della Resistenza, l’Istituto Francese e l’Associazione nazionale dei partigiani d’Italia) organizza una settimana di eventi per ricordare che Napoli «si distingue dall’Europa dei muri, a partire dall’atto rifondativo delle Quattro Giornate che ne ha segnato la storia, come città della tolleranza e dell’accoglienza».

Le iniziative avranno come fulcro il Convento di San Domenico Maggiore dove, a partire dalla mostra «Storie di giocattoli. Dal Settecento a Barbie» a cura di Vincenzo Capuano, dedicata al piccolo zingaro simbolo della Shoah Ernest Lossa, dal 23 al 27 gennaio si terrà un programma di incontri, dibattiti e proiezioni dal titolo «Il gioco della Memoria. Per non dimenticare», per interessare i giovani sul tema della memoria. Tra gli altri, segnaliamo il 23 gennaio (alle 10,15) l’incontro con il presidente dell’Istituto Campano della Storia della Resistenza Guido D’Agostino che ripercorrerà gli anni della persecuzione antisemita; il 25 gennaio (ore 10,30) lo spettacolo «Irena Sendler. La terza madre del ghetto di Varsavia», scritto e diretto da Roberto Giordano e l’appuntamento del 26 col regista Francesco Patierno che racconterà del suo film «Napoli ’44» (alle 10,30, con la partecipazione del sindaco e del presidente dell’Anpi Antonio Amoretti, partigiano delle Quattro Giornate), mentre al Pierrot di Ponticelli si concluderà a fine mese il ciclo di incontri e film dell’Arci Movie «Parole di Memoria».

Le celebrazioni si svolgeranno la mattina del 27 gennaio con la deposizione dei fiori in ricordo delle piccole vittime della Shoah Luciana Pacifici e Sergio De Simone, per proseguire con la consegna delle stelle di David alla Memoria a cura della Fondazione Valenzi al teatro Trianon, che andranno alla memoria di Giancarlo Siani, al procuratore militare della Repubblica di Roma Marco De Paolis e al Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco. In Prefettura, poi, la consegna delle medaglie agli ex internati nei lager nazisti mentre nel pomeriggio (alle 17,30) il teatro Diana ospiterà il «Concerto della Memoria» con l’orchestra da camera Accademia di Santa Sofia a cura dell’Ancem, l’Associazione Napoli Capitale Europea della Musica presieduta da Dino Falconio e da Filippo Zigante, che ne cura anche la direzione artistica. «Si inizia con la “Preghiera” per violoncello e orchestra d’archi ispirata a temi ebraici di Ernest Bloch», spiega il maestro, «per passare poi ad un lavoro commissionato per l’occasione alla nota compositrice italiana Silvia Colasanti. Il programma si concluderà con le musiche che Shostakovich, dedicò alle “vittime di tutte le guerre” dopo una visita ai lager nazisti». La serata ospiterà anche la declamazione di poesie di Oreste Bisazza Terraccini (figlio di un padre costituente), avvocato e uomo di cultura e testimone dell’Olocausto. 
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