L'ultimo saluto a Necco al Vomero: in centinaia per il cronista napoletano

L'ultimo saluto a Necco al Vomero: in centinaia per il cronista napoletano
di Oscar De Simone
Mercoledì 14 Marzo 2018, 12:08 - Ultimo agg. 15 Marzo, 11:06
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«Luigi è stato un uomo che ha dato il volto a Napoli, che l'ha raccontata dando alle parole il significato più profondo»: lo ha detto don Gennaro Matino, durante le esequie di Luigi Necco, il giornalista scomparso a Napoli, durante la sua omelia nella chiesa di San Giovanni dei Fiorentini, in piazza degli Artisti. Nella sua omelia, don Gennaro ha ricordato la carriera di Luigi Necco ma anche le sua personalità «Luigi era, anzi è l'uomo delle straordinarie contraddizioni: sapeva passare dall'entusiasmo alla tristezza che celava con il suo fare giocoso. Ha vissuto la sua vita e non si è mai risparmiato. Del suo lavoro ha fatto la sua vita e viceversa».
 

 

Il discorso di don Gennaro Matino, è stata salutato con un applauso dai tantissimi presenti in chiesa, tra cui il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, i vertici della sede Rai e dell'Ordine regionale dei giornalisti. A dare l'ultimo saluto anche l'ex giocatore e bandiera del Napoli, Canè, e l'ex presidente del Calcio Napoli, Corrado Ferlaino. C'era il Napoli di ieri, non quello di oggi alle esequie. 

​«Abbiamo sentito subito il calore della città, siamo orgogliosi, anche papà lo era», ha detto la figlia di Necco poco prima del rito funebre. In chiesa i gonfaloni del Comune di Napoli e della Regione Campania.
 

«La città ha perso un grande napoletano», con queste parole, il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, particolarmente commosso, ha espresso il suo cordoglio al termine dei funeral. Applausi, una sciarpa azzurra e, infine, il grido «Napoli chiama, Luigi risponde» - una rivisitazione del motto che Necco coniò per 90º Minuto - hanno accolto la bara all'uscita dalla chiesa dove diverse centinaia di persone si sono riversate per dare un ultimo saluto al giornalista, particolarmente amato in città. 

«Un maestro del giornalismo napoletano che resterà per sempre nel cuore di milioni di telespettatori». Sono state parole dense di commozione quelle pronunciate oggi da Antonello Perillo, caporedattore della Tgr Campania, durante il rito funebre che ha salutato Luigi Necco, il giornalista spentosi nella sua Napoli, all'eta di 83 anni, a causa di una crisi respiratoria. «Luigi era famoso per 90esimo Minuto, per il suo modo scherzoso, di approcciarsi», ha detto ancora Perillo, che ha anche rivolto alla figlia Alessandra e alla nipote Martina le condoglianze dei vertici della Rai Mario Orfeo e Monica Maggioni. «Era uomo di immensa cultura, - ha ricordato - con la trasmissione 'L'occhio del Faraonè ha portato l'archeologia in tv». Perillo ha anche ricordato che Necco «era un cronista di razza: ha raccontato la camorra e il terremoto del 1980». «Tutti i colleghi dellla Rai, caro Luigi, di ieri e di oggi, e anche quelli di domani, non ti dimenticheranno mai. Sarai sempre un punto di riferimento. Sono certo che lassù continuerai a fare il tifo per il tuo Napoli».

«Cultura e lavoro giornalistico sono stati i binari della vita di Luigi Necco. Era sempre curioso ma anche riguardoso della verità. Sapeva andare verso le notizie e gli avvenimenti. Li spettinava e li rendeva comprensibili a tutti. È stato sempre libero, generoso, disponibile.
Sul lavoro non diceva mai no». Così Giuseppe Blasi, già capo redattore della Rai di Napoli e presidente dell' Ucsi Campania, ricorda Luigi Necco, il giornalista napoletano volto di 90esimo Minuto, con il quale ha lavorato, fianco a fianco, per oltre venti anni.


«La scomparsa di Luigi Necco rappresenta una grave perdita non solo per il mondo del calcio, ma per l'intera società civile. Ricordo, io inviato de Il Mattino, le cronache puntuali sul terremoto che colpì nel 1980 l'Irpinia e la Basilicata e il grande senso di altruismo che Luigi dimostrò in quella terribile tragedia. Non solo. Per un breve periodo ci unì anche la passione per il calcio quando Napoli ed Avellino si contendevano lo scudetto in serie B» è il ricordo di Gianni Festa, ex presidente del Corecom Campania e attuale direttore del Quotidiano del Sud Campania, «giornale che oggi, in occasione dell'addio, ricorda l'illustre collega scomparso», così come scritto in una nota.
 

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