Napoli dice addio a Maria Roccasalva, oggi esce il suo ultimo libro

Napoli dice addio a Maria Roccasalva, oggi esce il suo ultimo libro
di Francesco Durante
Mercoledì 8 Marzo 2017, 15:40
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A un anno di distanza dal suo dolore più grande, la morte del figlio Lello, se n'è andata Maria Roccasalva, artista, critica d'arte e narratrice conosciutissima a Napoli. Aveva 84 anni ed era nata in un appartamento del palazzo Serra di Cassano, al Monte di Dio; s'era sposata presto, aveva avuto quattro figli e, incoraggiata dal critico Paolo Ricci, aveva incominciato da autodidatta a creare sculture e dipinti, poi, negli anni Settanta, a scrivere di arte contemporanea su «l'Unità» come Maria Roccasalva, e su «Paese Sera» come Maria Di Domenico, il suo nome da nubile. Testimonianza di un decennio di critica militante è oggi il volume Nowhere No War. Arte e artisti a Napoli 1974-1984 (2004).

In seguito, Maria scelse di dedicarsi alla scrittura letteraria, e il suo primo risultato fu un libro su Napoli che, apprezzato da Raffaele La Capria e anticipato nelle pagine della prestigiosa rivista «Nuovi Argomenti», uscì nel 1992 col titolo-ossimoro La Tebaide sovraffollata, che rende bene la dualità irreconciliata di una metropoli che è insieme deserto e caos, e va considerato tra i migliori antecedenti della larga fioritura letteraria che di lì a poco avrebbe interessato la città (nel 2013 è stato riproposto come Le pietre e i demoni di Napoli). Quasi a chiudere un periodo segnato dal suo forte coinvolgimento nelle vicende dell'avanguardia, venne poi nel 1993 Il giardino di carta, un testo sperimentale che fu pure al centro di una contestazione per blasfemia durante un reading a Napoli. Nell'ultimo decennio, l'attività di scrittrice è stata febbrile, alternando libri di rievocazione memoriale come A scuola dagli Ardenti (2012), articolato in dodici «lezioni» sulla vita, soprattutto sentimentale, nella Napoli anni 50, e Il chiostro dei miracoli (2016); a thriller come L'enigma del sarcofago (2013); a romanzi storici dettati soprattutto dall'amore per l'evo tardoantico e i cosiddetti secoli bui dell'alto medioevo: Intrigo a Costantinopoli (2008), Il Danubio non parla latino (2010), È notte anche per me (2011), e soprattutto La compagnia dei naufraghi (2014), un'ardita, picaresca rievocazione della Napoli ducale, un mondo perduto cui Maria, come a suo tempo Croce, s'era totalmente appassionata.

Donna bellissima e assai ammirata, insieme sofisticata e dai modi schiettamente popolari, borghese e ribelle, impegnata in politica e nei movimenti per la liberazione femminile negli anni della contestazione, nutrita di una indomabile inquietudine e portata per natura alla polemica anche aspra, Maria Roccasalva ha continuato a raccontarsi fino all'ultimo. Per una triste coincidenza, proprio oggi uscirà, per i tipi di Tullio Pironti (editore di quasi tutti i suoi libri), il suo memoir definitivo: ...E poi il vuoto si mise a cantare. È un libro che vuota il sacco, e racconta, attraverso le esperienze personali dell'autrice, la vita intellettuale a Napoli nell'ultimo mezzo secolo e più. Si tratta probabilmente del suo libro più importante: pieno di incontri, nomi, situazioni buffe o drammatiche. Ha al centro gli anni 60 e 70, quando più forte Maria avvertiva l'esigenza di affermare la propria autonomia. Quando, per dire, Domenico Rea la ritrasse in un racconto intitolato La signora è una vagabonda, o quando l'artista americano Vincent D'Arista le commissionò una ventina di sculture che, con un riferimento irriverente al presidente della Repubblica, raffiguravano un leone e dovevano essere depositate a piazza dei Martiri. Una testimonianza piena di vita che, forse, farà arrabbiare qualcuno. Del resto, il quieto vivere non è mai stato l'ideale di Maria.
I funerali si terranno oggi, alle 11, nella chiesa di Santa Maria della Libera, in via Belvedere.
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