Napoli, la commemorazione a Scienze politiche del prof Matteo Pizzigallo, allievo di Aldo Moro

Matteo Pizzigallo
Matteo Pizzigallo
di Diego Scarpitti
Mercoledì 17 Ottobre 2018, 09:53
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«Non si perdono mai coloro che amiamo, perché possiamo amarli in Colui che non si può perdere». Il Dipartimento di Scienze politiche della Federico II ha ricordato il compianto professore Matteo Pizzigallo, ordinario di Storia delle Relazioni internazionali, che fu allievo di Aldo Moro. E proprio lo statista pugliese, in alcune delle lettere redatte durante la prigionia delle Brigate Rosse, ebbe modo di menzionare con affetto l’allora giovane Matteo, che lo accompagnava a messa la mattina nella Chiesa di Santa Chiara. Commemorazione duplice, prima con la celebrazione officiata dal rettore don Alfonso Punzo nella Basilica Santuario del Gesù Vecchio e poi testimonianza della comunità accademica e studentesca in aula Spinelli. Partecipazione ampia e sentita, per dimostrare vicinanza e affetto alla signora Daniela, alla quale è stata consegnata una targa dagli universitari napoletani con la citazione di Sant’Agostino.

Ad aprire gli interventi Marco Musella, ordinario di Economia politica. «Matteo aveva la preziosa capacità dell'ascolto e di farsi interlocutore costante, caratterizzato dall’aspetto scientifico concreto e dall’autentico impegno civile. Ebbi modo di leggere e apprezzare la sua monografia “La diplomazia dell’amicizia: Italia e Arabia Saudita 1932-1942”. In primo piano un modello di corrispondenza ben strutturato, frutto di acume e accuratezza. Amaro il rimpianto del caro amico e collega», ha affermato Talitha Vassalli di Dachenhausen, ordinario di Diritto internazionale. Non pochi i punti di incontro e di consonanza con le altre materie disciplinari. «L’esperienza didattica dell’Accademia Aeronautica di Pozzuoli mi accomuna a Matteo: non solo un rapporto tra colleghi ma amicizia profonda, di condivisione di telefonate chilometriche e messaggi scherzosi, oltre a iniziative sul piano scientifico, tavole rotonde, come ad esempio la GeRussia, principale campo di studio della questione energetica. Piangiamo la scomparsa terribile di un carissimo amico», ha sottolineato Vittorio Amato, ordinario di Geografia politica ed economica, dal 1 gennaio 2019 Direttore del Dipartimento federiciano in via Rodinò. «Sentiamo la sua mancanza. Accoppiava rigore e capacità di comprensione. Il suo un carattere espansivo, ricambiato dall’affetto degli studenti. Non si rinchiudeva nel ruolo di cattedratico ma si apriva alle relazioni. Si dedicò con tutte le sue forze all’Osservatorio sul Mediterraneo, dimensione fondamentale sul quale si giocherà il futuro dell’Italia e dell’Europa. Incoraggiante il suo dinamismo, così come la fede e la speranza che lo hanno sempre accompagnato. Persona straordinaria. Resterà vivo il suo ricordo e centrale il suo pensiero», la ricostruzione del quadro umano di Pizzigallo da parte di Giuseppe Acocella, ordinario di Filosofia del Diritto.
 
 

File di studenti si accalcavano fuori la sua stanza, capannelli nel cortile per ascoltarlo, il bar Donato luogo di incontro e di confronto, un caffè per tutti. «Quando gli dissi che mi appassionava molto la figura di Enrico Mattei e di come aveva affrontato le grandi lobby petrolifere, - ha osservato Gianluca Luise, ricercatore di Storia delle Istituzioni politiche -, mi raccontò della DC, del PCI, della sua “trilogia” sull’Agip. In qualsiasi contesto era capace di parlarti di Aldo Moro o degli altri più grandi uomini della storia politica e internazionale come fossero i suoi vicini di casa, come ti parlava della sua famiglia, del Martina Franca, della Lazio, della politica attuale così come quella futura. Grande studioso e grande comunicatore, che invitava a riflettere e a far sviluppare un pensiero critico nei suoi discenti». Infine il ricordo profondo di Settimio Stallone, ricercatore di Storia delle Relazioni internazionali, al fianco di Pizzigallo per ben 25 anni. «Amava profondamente la vita, proprio lui che aveva vissuto in prima persona tristezze e malinconie per la perdita di Moro, suo punto di riferimento politico e morale. Godeva nel darsi agli altri e metteva al centro di tutto il legame con gli studenti. “Ricordatevi che siamo al servizio degli studenti, quei ragazzi che devono trovare una strada nella vita”, ripeteva di frequente. Dimostrava superiorità rispetto alle cose terrene e sapeva andare oltre».

Generazioni diverse di docenti e studenti hanno voluto presenziare la mattinata dedicata al «buon Matteo», così come Luisa Pezone della Fondazione Mezzogiorno Europa, attraverso la quale Pizzigallo collaborò con Giorgio Napolitano e Umberto Ranieri. «Attenzione al sottopancia, chiedeva espressamente quando interveniva a UnoMattina con il giornalista Franco Di Mare, per evidenziare la sua appartenenza alla Federico II. Non lo dimenticate mai, portatelo sempre con voi», l’espressa richiesta avanzata dalla sua consorte Daniela. Indelebile resterà il ricordo della bonomia e della simpatia del prof Pizzigallo, che sempre continuerà a vivere nei cuori di chi l’ha incrociato e conosciuto a lezione e all’esame. Affidata alla Società Italiana di Storia Internazionale la memoria del suo socio fondatore. E «Avanti popolo!», come spesso soleva dire.  
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