Montagna Spaccata, dopo il rogo spuntano nuove testimonianze dell'antico passo romano

Montagna Spaccata, spuntano nuove mura d'epoca romana (particolare)
Montagna Spaccata, spuntano nuove mura d'epoca romana (particolare)
di Antonio Cangiano
Mercoledì 26 Luglio 2017, 17:20
3 Minuti di Lettura

Ha bruciato per un giorno intero durante i roghi che appena qualche giorno fa hanno devastato i Campi Flegrei. Il passo romano di Montagna Spaccata ora è ridotto un cumulo di cenere con le antiche mura in opus reticulatum annerite dal fumo e tronchi d’albero abbrustoliti che spuntano dal terrapieno. Ma terminata l’opera devastatrice un nuovo tratto di mura sepolte dal terreno e dalla vegetazione sono venute alla luce, consentendo agli archeologi di stabilire nuove ipotesi sulla meravigliosa opera d’ingegneria romana.


«A causa degli incendi abbiamo inaspettatamente scoperto ulteriori testimonianze circa la Montagna Spaccata - è il commento di Raffaella Iovine, presidente portavoce del Gruppo Archeologico Campi Flegrei - Un tratto inedito di mura realizzate in opera reticolata  databile al I secolo a.C  è stato individuato successivamente al rogo che ha devastato la collina sovrastante il monumento. Grazie a questo rinvenimento abbiamo potuto riconsiderare l’estensione della preziosa opera di ingegneria romana. Ancora, l’assenza di traffico veicolare dovuta alla temporanea chiusura del passo ha consentito di effettuare un’indagine dettagliata del monumento, in particolare è emerso che l’antica via consolare Campana subito la Montagna Spaccata virava per un breve tratto verso sinistra, in ripida pendenza. Ciò è testimoniato da i resti di un susseguirsi di arcate funzionali alla stabilità delle pareti, oggi purtroppo perdute, che degradano man mano con un’accentuata inclinazione verso la piana di Quarto Flegreo».
 

 

Di grande interesse storico-archeologico, la Montagna Spaccata è una delle più significative testimonianze di ingegneria stradale romana nell’area dei Campi Flegrei. Un profondo taglio, realizzato in epoca repubblicana, nella collina situata tra la Piana Campana e la Piana di Quarto, era finalizzato al passaggio della Via Consolare Campana. La fenditura, nella parte superiore, è larga 78 metri e alta 50, per una lunghezza di 290 metri. Sui due lati vennero realizzate mura di sostegno, di cui oggi sono visibili alcune sezioni. L’opera è maestosa, ed ha richiesto lo sbancamento delle propaggini del Monte Gauro e lo spostamento di circa 220.000 metri cubi di terreno. La maestria ingegneristica ed architettonica degli antichi romani è testimoniata dal fatto che l’opera ha resistito per secoli e non è stata scalfita dal terremoto del 1980.
                                                                                                                     

© RIPRODUZIONE RISERVATA