Merola dieci anni dopo:
​«Siamo tutti figli di Mario»

Merola dieci anni dopo: «Siamo tutti figli di Mario»
di Andrea Spinelli
Sabato 12 Novembre 2016, 12:33 - Ultimo agg. 14:01
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A ricordare il decennale della morte di Mario Merola, che cade oggi, non c'è nessuna celebrazione ufficiale, quanto una sorta di autoconvocazione popolare: la serata dedicata al re della sceneggiata in programma mercoledì prossimo al teatro Posillipo è stata indetta infatti dal consigliere regionale verde Francesco Emilio Borrelli e dallo speaker e autore radiofonico Gianni Simioli, e firmata non senza polemiche come «I figli di Mario».

«Siamo tutti un poco figli di Merola», spiegano i due, che annunciano, durante la serata, la consegna al sindaco de Magistris di una «petizione popolare per ottenere che a Mario sia dedicata una strada, una piazza o anche un vicolo come richiesto più volte dalla famiglia. Il consigliere comunale dei Verdi Marco Gaudini ha già inoltrato alla commissione toponomastica la richiesta. Merola rappresenta un pezzo importante della cultura musicale, teatrale, cinematografica e sociale di Napoli e della Campania e noi crediamo giusto omaggiarlo con una serata pensata e organizzata per esaltarne le grandi doti di artista e di uomo».

Roberto Colella della Maschera, Andrea Sannino e Marco Zurzolo metteranno in scena riletture, più o meno audaci, degli hit meroliani, sottolineando affinità e divergenze tra passato e presenze, grand guignol boviano e «Chiamate Napoli 081». Intanto sul grande schermo scorreranno le immagini di spezzoni di film, programmi televisivi, interviste d'archivio. Ma, visto che sul re leone-zappatore pesa ancora uno snobbistico giudizio intellettuale per non dire della clamorosa gaffe iervoliniana sul «guappo buono» e del giustizialismo che vorrebbe condannare il cantante perché all'epoca inquisito (nonché assolto con formula piena) per associazione mafiosa, al Posillipo non si farà solo un'operazione di memoria, ricordo e festa, ma anche di approfondimento e riflessione, con interventi di Federico Vacalebre, Pasquale Scialò, Geo Nocchetti che fu biografo dell'artista, Stefano De Matteis, Natascia Festa.
Con il sindaco e i familiari di Mario, a partire dal figlio Francesco che ha il bruno e verace tono vocale del padre e che ne celebra l'arte da dieci anni a questa parte in Italia come in America, ci sarà in console il dj «napulegno» Roberto Funaro, pronto a far emozionare, ma anche ballare, il teatro con i successi di Mario (magari in versione remix), ma anche con gli omaggi rivoltigli, quando era ancora in vita e dopo, dai suoi «figli», dai rapper La Famiglia e Rocco Hunt a Hugo Race (un tempo nei Bad Seeds di Nick Cave e autore di un disco curioso quanto brillante intitolato «Merola matrix»), al «Corleone remix» di Luca Sepe.

Bisognerà invece attendere invece l'anno nuovo per l'annunciato omaggio di Nino D'Angelo, «figlio di Mario» dichiarato, al Trianon.
L'ex scugnizzo in jeans maglietta, sin dal momento del suo secondo insediamento come direttore della sala di Forcella, aveva annunciato il desiderio di celebrare il decennale aprendo la stagione 2016/2017 con un allestimento di «Zappatore», classica sceneggiata meroliana, con suo figlio Francesco e, magari, la regia di Carlo Cerciello. Ma, tra i lavori di restauro del teatro e la produzione dello spettacolo, affidato alla direzione di Bruno Garofalo, l'appuntamento è slittato come terzo titolo di cartellone, dal 4 all'8 gennaio.

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