Mediterraneo, la sfida da vincere: insegnare ai giovani una grande occasione

Mediterraneo, la sfida da vincere: insegnare ai giovani una grande occasione
di Guglielmo de' Giovanni-Centelles *
Giovedì 16 Novembre 2017, 19:55
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Nelle scuole e nelle Università italiane c’è una pesantissima assenza nella programmazione didattica: il mare. Eppure si tratta di un fattore assolutamente decisivo nella vita degli europei della costa nord del Mediterraneo. Ma né i manuali scolastici né i corsi universitari dedicano attenzione a quello straordinario serbatoio di scambi, produttività e occasioni che è il Mare Nostrum. 

Al di là degli Istituti specializzati, nelle scuole italiane il mare è come un fantasma. Così in molte Università. Eppure proprio a Napoli ci sono due brillanti eccezioni. Innanzitutto un Museo del Mare in grande crescita che si prepara ad ospitare, nel prossimo aprile, il meeting dell'associazione musei marittimi del Mediterraneo ergendosi a capofila di una rete rivierasca che va da Barcellona a Gibilterra, da Algeri a Istanbul. Nato in seno all'Istituto Nautico Duca degli Abruzzi (proprio accanto all'area ex Italsider di Bagnoli che racchiude mille opportunità di sviluppo ancora inespresse) è strutturato con un percorso educativo che affascina e sorprende. Le riproduzioni in scala delle imbarcazioni ne sono un fulgido esempio. Erano utilizzate sia come modelli da proporre agli armatori sia come sussidi per chi doveva apprendere il mestiere del navigante. L'essenza stessa di un Museo del Mare a Napoli, per vocazione, è antesignana di quell'interazione scuola-lavoro orientata verso un sistema portuale campano in continua evoluzione, anche per l'aumento del traffico di merci che transitano nel porto partenopeo. Con la crescita delle esportazioni dalla Cina e il raddoppio del canale di Suez, il volume dei traffici mediterranei è in continuo aumento (+9,8% nel 2017). E ora l'Italia, perno naturale della pianura liquida, deve affrontare una sfida globale: efficientare i propri scali stretti nella competizione con quelli del Maghreb, della Grecia e della Spagna, che hanno costi di gestione più bassi. La riforma del sistema portuale, - più snello dal 2016, coordinato da 15 autorità di sistema - è un primo importante passo in avanti. All'orizzonte, occasioni di lavoro per i giovani oltre che introiti derivanti dai pedaggi delle imbarcazioni mercantili (+11% a Napoli nel primo quadrimestre) e crocieristiche. E poi sempre a Napoli all'Università Suor Orsola Benincasa quest'anno si accinge a festeggiare il suo ventennale la cattedra di Storia del Mediterraneo che guida la ricerca e la didattica sulle radici storiche del Mare Nostrum con l'obiettivo di guardare al futuro rispondendo ai grandi interrogativi del presente.

Quanto è stretto il nesso tra Napoli e il mare? Le prospettive europee e quelle mediterranee sono alternative tra loro? Che impatto hanno le minacce del terrorismo islamico e l'immigrazione? Sarà da questi interrogativi che partirà oggi pomeriggio alle 16.30 la riflessione sulla necessità di Una nuova didattica del mare che l'Università Suor Orsola Benincasa ha promosso insieme proprio al Museo del Mare di Napoli e a MEDAlics, il Centro di Ricerca sulle Relazioni Mediterranee dell'Università per Stranieri di Reggio Calabria. Per guardare al Mediterraneo unendo innanzitutto il Mezzogiorno. Per immaginare una edagogia del mare ci affideremo ad una grande Maestra: Elisa Frauenfelder, decano della Facoltà di Scienze della Formazione. Per iniziare a mettere insieme la rete delle istituzioni che potranno lavorare a questo progetto abbiamo riunito allo stesso tavolo con i vertici del nostro Ateneo Pietro Spirito, presidente dell'Autorità di Sistema portuale del mare Tirreno centrale, Daniela Villani, delegata al Mare del sindaco di Napoli e Antonio Mussari, direttore del Museo del Mare di Napoli. È ormai assolutamente necessario innescare un processo formativo che generi consapevolezza delle opportunità legate al mare non solo in chiave turistica. Trasmettere una pedagogia del mare è un compito arduo ma che va assolutamente perseguito. Significa coinvolgere scuole, università, mass media ed enti di ricerca, convogliare interessi e sussidi verso un unico obiettivo: veicolare la conoscenza della tradizione marittima nostrana educando a cogliere, accanto a minacce che non vanno trascurate, le opportunità di uno sviluppo che sia, allo stesso tempo, economico e culturale.

* Professore straordinario
di Storia del Mediterraneo
all'Università Suor Orsola Benincasa