Pompei, la nuova campagna di scavo
alla Schola Armaturarum

Pompei, la nuova campagna di scavo alla Schola Armaturarum
di Susy Malafronte
Lunedì 4 Dicembre 2017, 12:14 - Ultimo agg. 12:19
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Pompei. Le scoperte 2.0: il mondo interagisce con le nuove campagne di scavo nella Pompei archeologica attraverso i media, in attesa che lo scavo diventi di pubblica fruizione per i turisti. Nella «Giornata del cantiere-Scavi e restauri della Schola Armaturarum» il direttore del Parco Archeologico Massimo Osanna «svelerà» al mondo le fasi nelle nuove indagini sotto i lapilli attraverso la stampa. Si parte dalla Schola Armaturarum: primo scavo di Pompei in un'area mai indagata dopo oltre 20 anni. Il 6 dicembre il Parco Archeologico aprirà al mondo, attraverso le foto e i racconti dei media, la nuova campagna di scavo. Gli scavi e i restauri della Schola Armaturarum: ecco come si lavora a Pompei. Primo intervento di scavo in un'area mai indagata che ha già restituito i primi tesori: un deposito di anfore, al momento formato da quattordici reperti immersi nel lapillo. Il 6 dicembre sarà una occasione unica, riservata alla stampa, per raccontare al pubblico come si interviene in una area di nuova indagine, in attesa della restituzione alla pubblica fruizione del monumento con i suoi reperti ivi ritrovati. Lo scavo della Schola Armaturarum è solo il primo intervento, dopo più di vent'anni, in un'area ancora sepolta sotto la cenere e i lapilli dell'eruzione. L'ultima indagine aveva riguardato l'Insula dei Casti Amanti alla fine degli anni '80. Oggi, oltre alla scuola dei gladiatori, è stato avviato anche il più grande cantiere del «cuneo» della Regio V - una area di oltre mille metri quadrati nella zona posta tra la domus delle «Nozze d'Argento» e gli edifici alla sinistra del vicolo di Lucrezio Frontone -, da quale ci si aspetta di portare in luce ulteriori strutture e reperti di ambienti privati e pubblici. «Siamo solo all'inizio di una nuova epoca di scoperta a Pompei», annuncia il direttore generale del Parco Archeologico, Massimo Osanna, alla luce delle nuove e sorprendenti scoperte. 
 
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