Laurea honoris causa a Lefkowitz: la Federico II celebra il premio Nobel

Laurea honoris causa a Lefkowitz: la Federico II celebra il premio Nobel
di Rossella Grasso
Lunedì 12 Novembre 2018, 15:20 - Ultimo agg. 16:48
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Ha scoperto una classe di recettori che rappresentano la maggior parte di quelli presenti in un organismo. Una scoperta sensazionale che ha consentito la creazione di circa 700 farmaci in uso, circa un terzo di quelli esistenti a livello mondiale. È Robert J. Lefkowitz, Investigator, Howard Hughes Medical Institute del Maryland, Stati Uniti, già Premio Nobel per la Chimica nel 2012 insieme allo statunitense Brian Kobilka, per gli studi sui recettori cellulari accoppiati a proteine G. L'Università Federico II di Napoli gli ha attribuito la Laurea Honoris Causa  in Medicina e Chirurgia per l'enorme apporto che ha dato alla ricerca in campo medico. «Lefkowitz è un Premio Nobel ma soprattutto un grande ricercatore - ha detto Gaetano Manfredi, Rettore della Federico II - Incarna quella che oggi è la filosofia della nostra Scuola di Medicina cioè combinare la ricerca di base più avanzata con le più moderne tecniche di cura, far ricadere la ricerca a beneficio dei cittadini».
 


«È un esempio - ha continuato Manfredi - senza ricerca oggi la medicina è routine che non dà le risposte ai problemi dei cittadini. La sua storia è un insegnamento per i nostri studenti ma anche la conferma di quanto la nostra struttura formativa debba dare attenzione alla ricerca e alla clinica. Solo così si possono formare medici davvero competitivi». Alla celebrazione hanno partecipato oltre al Rettore  Luigi Califano, Presidente Scuola di Medicina e Chirurgia Università degli Studi di Napoli Federico II, e Claudio Buccelli, Direttore Dipartimento di Scienze Biomediche Avanzate Università degli Studi di Napoli Federico II. Guido Iaccarino, docente dell'Università di Salerno ed ex allievo del professor Lefkowitz ha proclamato la Laudatio Academica. Poi Lefkowitz ha svolto la sua lectio magistralis raccontando i risultati della sua alacre ricerca dagli anni '69 a oggi. Ha dato particolare rilievo all'impostanza delle sue 2 famiglie: «quella della vita e quella del laboratorio, senza le quali non sarebbe stato possibile raggiungere certi risultati», ha detto. 

Robert Lefkowitz, medico newyorchese nato nel Bronx, classe, 1943, ha vinto il premio Nobel per la Chimica nel 2012 insieme allo statunitense Brian Kobilka, per gli studi sui recettori cellulari accoppiati a proteine G. Lefkowitz ha frequentato la Bronx High School of Science (che ha prodotto otto premi Nobel) e nel 1959 è passato al Columbia College, dove si è interessato per la prima volta alla biochimica. Grazie al suo background scientifico nel Bronx, ha conseguito la laurea in chimica nel 1962, all'età di 19 anni, e ha frequentato la Columbia University College of Physicians and Surgeons di New York, conseguendo la laurea in medicina nel 1966. Il professor Lefkowitz svolge la sua attività presso la Duke University di Durham, in North Carolina, negli Stati Uniti d'America, ed è anche un ricercatore dell'Howard Hughes Medical Institute. I suoi studi sono stati da sempre dedicati all'identificazione dei meccanismi di trasduzione del segnale adrenergico, il mediatore più importante del Sistema Nervoso Simpatico, che a sua volte rappresenta il principale regolatore della fisiologia dei mammiferi, controllando tutte le funzioni dei vari sistemi, in particolare il sistema cardiovascolare.

Alla fine degli anni ‘60, ha messo a punto il primo sistema radioattivo per l'identificazione dei recettori beta adrenergici. Alla metà degli anni 1980, Robert Lefkowitz e i suoi colleghi hanno clonato il gene per il primo recettore -adrenergico, e poi rapidamente altri da allora in poi, per un totale di 8 recettori adrenergici (recettori per l'adrenalina e noradrenalina). Ciò ha portato alla scoperta di una intera famiglia di recettori che si somigliano e agiscono in modo simile, i recettori associati a G-protein o Gprc. Tutti i Gprc hanno una struttura molecolare definita da una sequenza amminoacidica che si snoda sette volte attraverso la membrana plasmatica. Oggi sappiamo che circa 1000 recettori nel corpo umano appartengono a questa stessa famiglia.

Tutti questi recettori usano gli stessi meccanismi di base e circa il 50 per cento di tutti i farmaci utilizzati in medicina e veterinaria sono progettati per interferire con questi recettori, dagli antistaminici ai farmaci per l'ulcera,  ai beta-bloccanti.
Robert Lefkowitz è autore di oltre 750 articoli indicizzati su Pubmed, ed è tra i ricercatori più citati nei campi della biologia, biochimica, farmacologia, tossicologia e medicina clinica secondo l'indice ISI della Thomson Reuters. Per la Facoltà di Medicina e Chirurgia della Federico II si tratta della quarta laurea Honoris causa a un Premio Nobel, dopo Christian Bonmer Aifisen, Salvador E. Rall e Luis Ignarro.

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