La Pompei-Etrusca mai vista in mostra dall'11 dicembre nella Palestra Grande

La Pompei-Etrusca mai vista in mostra dall'11 dicembre nella Palestra Grande
di Susy Malafronte
Martedì 4 Dicembre 2018, 16:32 - Ultimo agg. 17:56
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La Pompei-Etrusca sconosciuta: in una mostra inedita dall’11 dicembre. E’ un Work in progress nella «Palestra Grande»: curatori, restauratori e operai al lavoro per la mostra «Pompei e gli Etruschi». Gli oggetti in mostra delineeranno la storia più antica e più oscura detta città vesuviana nei secoli VI e V avanti Cristo, dimostrando che Pompei, per l’importanza del suo porto, prese parte in quel periodo alla grande lotta che si combattè fra Greci ed Etruschi per il dominio della Campania. Le prime scoperte portano la firma di Amedeo Maiuri che si trovò tra le mani, con sorpresa, elementi di iscrizioni etrusche, graffite su vasi di bucchero, nell’area del Tempio d’Apollo. Di recente scoperta sono venuti alla luce oggetti di chiara matrice etrusca nelle aree sacre di Pompei (Santuario di Apollo, di Atena e Ercole, Capitolium) e nel Santuario extraurbano del Fondo Iozzino, dove sono stati ritrovati intatti, come al momento del rito votivo. Si riferiscono al periodo dal VI secolo almeno fino all’inizio del I secolo avanti Cristo. La scoperta più importante ha riguardato lo studio delle iscrizioni etrusche sul vasellame in bucchero. Si tratta di graffiti in lingua etrusca che rappresentano il più grande corpus di iscrizioni etrusche fino ad ora rinvenuto in un unico contesto in Italia meridionale. Una scoperta che conferma la notevole presenza etrusca tra le popolazioni osche che hanno contribuito alla fondazione della città di Pompei. Il vasellame in bucchero veniva utilizzato per sacrifici che prevedevano l’offerta alle divinità. Le iscrizioni erano poste sulla vasca e sul piede di scodelle e di vasi da banchetto che, dopo l’uso, venivano deposti capovolti sul suolo. Queste iscrizioni rivelano i nomi delle famiglie che avevano contribuito al rito sacro del voto alla divinità. Si tratta di famiglie originarie dalla Toscana, e della divinità a cui era dedicato il santuario, il dio «Apa» - «padre», forse «Giove Meilichios». Accanto a queste iscrizioni ci sono anche numerosissimi simboli graffiti di chiara cultura etrusca (croci, stelle a cinque punte, asterischi, alberelli). Tutto questo sarà in mostra per la prima volta nella «Palestra Grande» della città archeologica.  
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