«Un centro campano per aiutare i ricercatori nella redazione dei progetti»

«Un centro campano per aiutare i ricercatori nella redazione dei progetti»
Venerdì 16 Febbraio 2018, 17:57 - Ultimo agg. 17:58
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Era il gennaio del 2009 quando Marco Salvatore, medico e ricercatore, tra i cinquanta scienziati italiani più importanti del mondo, inaugura «Il Sabato delle Idee». Un vero e proprio pensatoio nato con l'obiettivo di tessere una rete in grado di ragionare a Napoli e per Napoli mettendo insieme intellettuali e società civile, il mondo della scienza e quello della politica, le professioni con le istituzioni, i giovani con i maestri e chiunque altro avesse volontà, e soprattutto capacità, di promuovere idee e proposte per lo sviluppo della città e del Mezzogiorno.

Sono passati nove anni da quando è nato quello che per tanti ormai è un pensatoio. Le piace questa definizione?
«Chiamiamolo pure così visto che rappresenta la base da cui partono idee in grado di generare una progettualità operativa che è sempre mancata a Napoli e nel Mezzogiorno e che invece è condizione indispensabile per la crescita economica del territorio. Quando metti insieme le persone viene fuori sempre qualcosa di interessante. E questi nove anni di lavoro lo confermano. I primi a crederci siamo stati noi dell'istituto di ricerca Irccs-Sdn con l'università Suor Orsola Benincasa, ma la famiglia si è allargata e oggi aggrega dieci istituzioni culturali e scientifiche».

Poche chiacchiere e molti fatti, dunque. Con lo sguardo rivolto al futuro, soprattutto dei giovani, tra i principali protagonisti dei vostri progetti. Ce n'è uno, tra i progetti, che ricorda in particolare?
«Fotografi domani certamente. Lo ha finanziato la Fondazione Sdn e ha dato lavoro a tre giovani provenienti dai quartieri più degradati della città. Ma anche l'esperienza dei dottorati di ricerca in azienda che Guido Trombetti aveva lanciato proprio durante un Sabato delle Idee. Ricordo anche quando il sindaco, nel 2011, venne a parlarci di aree pedonali urbane e di quello che aveva in mente di fare. Sembrò un visionario. Beh, oggi le pedonalizzazioni sono tra i punti di forza della città».

C'è qualcosa che avrebbe voluto fare e che invece non è stato possibile realizzare?
«Purtroppo sì. Più le idee sono ambiziose e più è difficile trasformarle in realtà soprattutto quando sarebbe necessario l'impegno della classe dirigente che invece viene meno. Penso alla proposta di Ezio Andreta, allora presidente dell'Agenzia per la promozione della ricerca europea. Era il 2013, si studiavano le opportunità che offrivano i bandi del programma di finanziamento Horizon2020. La sua era un'idea semplice e chiara ma nel contempo rivoluzionaria».

Di che cosa si trattava?
«Realizzare vere e proprie zone franche per la ricerca. Una intuizione che avrebbe potuto rappresentare il volano dello sviluppo attraendo grandi capitali finanziari anche dall'estero. Non se ne fece niente».

Come mai?
«Per realizzare idee come quella ci sarebbe voluto un legislatore lungimirante che non abbiamo avuto il piacere di incontrare».

In compenso nel corso di questi nove anni di lavoro sono centinaia le menti che avete incontrato e messo a confronto.
«Più di 60 incontri e 450 relatori. Siamo stati in venti luoghi della città: dal museo Archeologico all'auditorium dell'istituto Galileo Ferraris nel cuore di Scampia per un totale di oltre 10mila partecipanti».

Con quale criterio avete scelto, e scegliete, i relatori chiamati a offrire il loro contributo al Sabato delle Idee?
«L'obiettivo è quello di mettere intorno allo stesso tavolo le diverse realtà coinvolte nell'argomento che affrontiamo. Dai vertici delle istituzioni al cittadino. Con l'ex ministro dell'Ambiente, Orlando, venne fuori una discussione accesa, ma leale e produttiva nei contenuti, con i comitati della Terra dei Fuochi, per esempio. In nove anni abbiamo coinvolto alcuni tra i più autorevoli intellettuali italiani e internazionali».

Qualche nome.
«Penso a Jacques Attalì, Edgar Morin, Jaen-Noel Schifano, Raffaele La Capria, Roberto Saviano, Remo Bodei ma anche i principali esponenti della classe dirigente del paese e del mondo delle professioni come l'ex presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso, l'ex presidente del Consiglio, Mario Monti, gli ex ministri Bray, Cancellieri, Lanzetta, Patroni Griffi, Profumo, il vicedirettore generale della Banca d'Italia Salvatore Rossi, il presidente del Consiglio superiore per i beni culturali, Giuliano Volpe, quello dell'Autorità nazionale anti-corruzione, Raffaele Cantone, il Procuratore nazionale antimafia, Federico Cafiero de Raho...».

Che cosa le torna in mente più volentieri? Un'idea, un progetto, un personaggio...
«L'incisività del pensiero libertario di Stefano Rodotà e la raffinata ironia di Giorgio Albertazzi non posso dimenticarli. Così come i momenti di confronto con due grandi pilastri della nostra cultura: Giuseppe Galasso ed Elisa Frauenfelder. I loro insegnamenti saranno indelebili nella nostra memoria».

Dal pensatoio del sabato, nove anni vissuti in un osservatorio privilegiato, come ha visto cambiare Napoli?
«La nostra è la città delle emergenze. Ce n'erano tante nove anni fa e tante ce ne sono oggi. Ma non dobbiamo sottovalutare che molte criticità possono, e devono, diventare punti di forza. Penso soprattutto a Bagnoli, Scampia ma anche al Porto. All'inizio di dicembre l'assessore comunale all'Urbanistica ci ha presentato un cronoprogramma per l'abbattimento delle Vele, il primo passo dell'atteso Restart Scampia. Entro marzo dovrebbero partire i lavori. Sabato 12 maggio torniamo a Scampia e speriamo che siano iniziati».

Qual è il prossimo progetto da realizzare per festeggiare i primi nove anni del Sabato delle Idee.
«Quello discusso a novembre con il presidente del Cnr Inguscio con cui domani organizziamo il primo incontro della decima edizione sul tema della fuga dei cervelli».

Qual è?
«Un Centro campano per il coordinamento della progettazione europea per i finanziamenti alla ricerca. Mi spiego: molti ricercatori incontrano difficoltà tecniche nella compilazione formale dei progetti. Se mettiamo in campo gli esperti che abbiamo potremmo risolvere il problema e attrarre così più fondi europei. D'altronde è solo unendo forze e competenze che si ottengono i risultati. Se non ne fossimo stati convinti il Sabato delle Idee non sarebbe mai nato».
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