Zuchtriegel, l'archeologo pendolare:
«Sempre in treno, prego ogni giorno»

Zuchtriegel, l'archeologo pendolare: «Sempre in treno, prego ogni giorno»
di Adolfo Pappalardo
Giovedì 11 Ottobre 2018, 12:00
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«Ogni mattina passo davanti alla chiesa di Santa Maria della Pazienza e faccio una preghiera....», scherza Gabriel Zuchtriegel, archeologo tedesco classe 1981 nominato quasi tre anni fa direttore del polo di Paestum. Scherza perché non c'entra la religione o c'entra eccome ma solamente come rito apotropaico: «La preghiera è perché i treni non mi facciano tribolare. Come accaduto ieri (due giorni fa, ndr), come accade spesso purtroppo», dice rammaricato Zuchtriegel che vive nel cuore antico di Napoli ma ogni mattina si reca a Paestum tra metro e treno. E ritorno ovviamente.

La dura vita del pendolare.
«Prenda ieri (l'altro ieri, ndr): se non fosse stato per una collega che mi ha dato un passaggio in auto sarebbe stato terribile».

Perché?
«Starei ancora al binario della linea 2 perché ha accumulato ritardi pazzeschi per un treno bloccato ma al ritorno, addirittura, il mio convoglio aveva ben due ore di attesa. Ho due figli da prendere a scuola, mi avrebbe creato problemi enormi. Ma il punto è un altro....».

Prego.
«Mi colpisce vedere turisti che vengono da tutto il mondo e non trovano servizi adeguati all'enorme e bellissimo patrimonio culturale che abbiamo qui in Campania. Io non sono tanto preoccupato per me ma per l'immagine che diamo nel mondo».

Lei viaggia tutti i giorni in treno: accadono spesso problemi?
«Ecco, questo è il punto perché continuo a chiedermi: possibile che questo è il livello dei servizi che offriamo ogni giorno? Il lunedì, ad esempio, il treno è perennemente in ritardo. Mi hanno detto perché occorre preparare i treni. Ma cosa significa? Ma non si possono programmare prima? Ma così ci tagliamo noi le gambe: perché possiamo avere tutto il bello di Dio in questa regione, e ce l'abbiamo, ma senza servizi adeguati è davvero un bel problema. Ed è inutile proporre tutta l'offerta culturale che abbiamo se poi i treni sono uno sfascio. E poi...».

Poi?
«Se apre una mappa dell'alta velocità lei vede chiaramente un Paese diviso in due. Io lo trovo uno scandalo perché sembrano esserci due Italie. Lì i treni veloci, qui quelli in ritardo».
 
Pentito della linea ferrata? Passerà all'auto?
«No no, mai. Il treno rimane la mia salvezza perché la maggior parte dei miei contributi e articoli scientifici li ho scritti su un convoglio che è ormai il mio ufficio mobile. E sono convinto che il treno sia il futuro, anche per motivi di sostenibilità, ma dovrebbe funzionare bene. Tra ritardi, scarsa qualità dei servizi e vetture vecchie trovo difficile che il treno possa vincere la battaglia contro l'auto. E io parteggerò sempre contro le auto. Anche se qui la vedo un po' troppo male e le mie tesi sono difficili da sostenere. Non so altrove come funziona la metro. A Milano, per esempio».

Stia tranquillo: le corse lì passano con la precisione di un orologio svizzero.
«Ah meno male. Qui invece la puntualità è un miraggio. Va bene pochi minuti, non è un problema, ma a volte è troppo».

Vabbè direttore, lei è tedesco: è abituato a ritmi teutonici, con i treni che rispettano l'orario al secondo.
«No guardi anche lì qualche inconveniente può capitare a volte, ma qui succede una cosa assurda che spiazza anche un tedesco come me».

A cosa si riferisce?
«Che il treno non sia puntuale lo posso anche capire ma spesso accade il contrario: è capitato che parte in anticipo. Assurdo. E mi sono dovuto organizzare».

Come?
«Arrivo in anticipo al binario. Così non rischio di perdere la corsa. Ma se poi è in ritardo allora la mia attesa è ancora più lunga....».

Quali sono gli altri problemi oltre ai ritardi?
«Mi colpisce il fatto che la gente ha ripreso a fumare nelle stazioni. Ed anche questo, mi creda, contribuisce ad avere una sensazione di degrado e declino. Non colpisce particolarmente me ma credo accada il contrario per i turisti che arrivano in Campania e vedono scene come queste».

Però rimane un fedelissimo del treno.
«Io non sono molto infastidito, tutto sommato vivo bene ma mi preoccupa come questi disservizi e questa sensazione di declino si ribalti sulle persone e, quindi, sui Beni culturali».

Non è un'immagine positiva.
«No, affatto. Il turista non si porterà mai dietro un'immagine positiva di questi luoghi, come noi vorremmo e come cerchiamo di fare con mille sforzi, ma il suo esatto contrario. Forse non tornerà di nuovo o sicuramente non lo racconterà in termini entusiastici ad un amico. O magari dirà: Tutto molto bello ma fai attenzione ai treni...».

È un problema del Sud, a suo avviso?
«Non è solo una questione di mentalità meridionale. A furia di viaggiare ogni giorno sui treni conosco decine e decine di ferrovieri che mi raccontano: E la vettura è rotta e il cambio non funziona..... No, non c'entrano i napoletani o il Sud ma la mancanza di investimenti. Sulle tratte o sulle carrozze spesso troppo vecchie. Dovrebbero capirlo i politici o chi decide queste cose». (si sente un fischio di stazione).

Direttore, sta partendo da Paestum?
«Da Pompei. Ma non ci dovrebbero essere ritardi, è puntuale. Speriamo....».
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