Dai mecenati del gusto un Museo della Pasta

Dai mecenati del gusto un Museo della Pasta
di ​Francesco Fusco
Sabato 18 Febbraio 2017, 10:24
4 Minuti di Lettura
GRAGNANO. Realizzare il museo della pasta in tempi rapidi e rimettere in piedi un progetto troppe volte bloccato da intoppi burocratici? Finalmente si può, attraverso la formula dell'Art Bonus, introdotta nel 2014 dal Ministero dei beni culturali. I pastifici Di Martino, Garofalo e Liguori hanno infatti risposto all'appello lanciato dall'amministrazione comunale di Gragnano che, sfruttando l'occasione concessa dalla nuova normativa, ha deciso in questo modo di legare ancora di più la città di Gragnano alla sua secolare ricchezza economica: la pasta. E saranno tre gli imprenditori pronti a diventare «mecenati» delle bellezze gastronomiche, puntando sulla valorizzazione del prodotto che rappresenta una vera e propria fortuna per l'intera economia del comprensorio.

Il progetto è stato presentato ieri mattina, nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta al Comune. All'appuntamento erano presenti, oltre al sindaco Paolo Cimmino e ai rappresentanti della giunta, anche i diretti protagonisti dell'iniziativa che, grazie ad un finanziamento di 350mila euro, realizzeranno un sogno coltivato da intere generazioni. A partire da Giuseppe Di Martino (titolare dell'omonimo pastificio di famiglia), continuando con Massimo Menna (amministratore delegato del pastificio Garofalo) e Salvatore Casillo (in rappresentanza del pastificio Liguori). Sono questi, infatti, gli imprenditori che hanno detto sì alla formula dell'Art Bonus, con possibilità di un incentivo fiscale del 65 per cento - sotto forma di credito d'imposta detraibile in tre anni - dell'erogazione liberale. Un'esperienza «pioneristica» per i monti Lattari, che servirà finalmente a far nascere il museo della pasta nell'antico monastero di San Michele Arcangelo, situato in via Santa Croce. Il taglio del nastro è previsto a gennaio 2018 quando, secondo il crono-programma presentato ieri ai cittadini, saranno conclusi i lavori. «Èun passo importante per la rivalutazione della storia e delle tradizioni della nostra città ha affermato Cimmino e di quel nobile prodotto per il quale siamo conosciuti nel mondo. L'impegno delle istituzioni e la generosità degli imprenditori ci consentiranno di raggiungere un risultato di portata storica».

Dal punto di vista tecnico, l'amministrazione ha già approvato le delibere di attuazione del progetto. Ora bisognerà bandire la gara, espletarla e far partire i lavori. «Siamo orgogliosi di poter contribuire fattivamente alla realizzazione del museo hanno affermato in maniera congiunta i tre imprenditori Il legame tra la pasta e il territorio, a Gragnano, è una storia che ha origine nel 1500, quando videro la luce le prime aziende a conduzione familiare. Ed oggi quest'opera non farà altro che rievocare le antiche tradizioni dei pastai, ricongiungendole con le nuove tecniche di produzione».

Ma quali saranno le caratteristiche del museo? C'è da dire, innanzitutto, che verrà collocato al piano terra del monastero di San Michele. Il porticato ospiterà esposizioni esterne, ma ci sarà uno spazio anche per le esposizioni interne e per una sala conferenze. Lo spazio esterno del chiostro potrà essere usato come area polifunzionale. Il percorso museale sarà invece costituito da diverse aree tematiche, che partiranno dalle origini della storia della pasta di Gragnano, attraversando l'evoluzione del processo produttivo e arrivando fino al prodotto di oggi. Ma non è tutto. I contenuti di questo percorso saranno infatti supportati da installazioni che guideranno i visitatori attraverso esperienze sensoriali. Previste infine sezioni multimediali, per rendere interattivo il processo di conoscenza.

«Con quest'iniziativa abbiamo messo in campo la vera mission dell'amministrazione afferma l'assessore Sara Elefante, tra le ideatrici del progetto ovvero quella di far interagire i privati con l'ente pubblico. In questo modo i privati potranno donare, ma traendone anche benefici». Ma il progetto del museo della pasta ha anche una vocazione turistica di più ampio respiro. Tra gli obiettivi del Comune, infatti, c'è lo sviluppo dell'intero settore agroalimentare, puntando ad inserire la città di Gragnano nei circuiti turistici d'èlite che, per il momento, si fermano alle ricchezze culturali di Stabia e Pompei e alle penisole sorrentina e amalfitana. «Il progetto del museo della pasta ha dichiarato Enzo Marrazzo, presidente del Distretto Turistico Pompei, Monti Lattari e Valle del Sarno e presente alla conferenza stampa di ieri mattina - può fare da apripista, per far sì che si rafforzi la territorialità delle iniziative che si possono mettere in campo. Stesso discorso con il paniere delle conserve dell'altro settore di cui ci occupiamo per fornire alternative valide al turismo».
© RIPRODUZIONE RISERVATA