Gli scritti segreti del fondatore della nuova Pompei diventano touch screen e consultabili fino al 7 gennaio

Gli scritti segreti del fondatore della nuova Pompei diventano touch screen e consultabili fino al 7 gennaio
di Susy Malafronte
Venerdì 15 Dicembre 2017, 13:52
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POMPEI - Gli scritti segreti del fondatore della nuova Pompei diventano touch screen e consultabili fino al 7 gennaio. Gli appunti inediti del beato Bartolo Longo, per la prima volta, vengono esposti al pubblico in una mostra presso l’istituto di via Sacra a lui dedicato. Dal primo incontro con i pompeiani (1872) all’arrivo a Pompei del quadro della Beata Vergine del Santissimo Rosario (1875). La fede di Bartolo Longo che rivive attraverso i suoi appunti più intimi. Il primo vero contatto di Bartolo Longo con i pompeiani avvenne nel 1872, quando si recò nella Valle di Pompei per sistemare i rapporti economici tra la contessa Marianna De Fusco e gli affittuari dei suoi possedimenti. In tale occasione ebbe modo di notare lo stato di abbandono in cui i circa 1.000 abitanti della zona vivevano e notò in quale stato di rovina si trovava la Parrocchia del Santissimo Salvatore, umile e antica chiesa, le cui origini risalivano al 1093, ed intorno alla quale si raggrupparono i primi abitanti dell'Agro pompeiano. Un giorno, vagando per quei campi, in contrada Arpaia, Bartolo sentì una voce misteriosa che gli diceva: «Se propaghi il Rosario, sarai salvo!». E subito dopo udì l'eco di una campana lontana, che suonava l'Angelus di mezzogiorno; egli allora si inginocchiò sulla nuda terra a pregare fino al raggiungimento di una grande pace interiore, mai provata prima. A quel punto ebbe ancora più chiara la missione da compiere. Iniziò così a progettare la costituzione di una “pia società” intitolata al Santo Rosario, da realizzarsi proprio lì, in quella valle abbandonata.

Al Fondatore del Santuario, delle Opere di Carità e della città è dedicata una mostra che ne racconta la vicenda umana e spirituale a partire dalla costruzione del Tempio dedicato alla Vergine del Rosario L’Istituto Bartolo Longo del Santuario ospiterà, fino al 7 gennaio, la mostra «Bartolo Longo profeta di Maria a Pompei». Curata da don Salvatore Sorrentino, direttore dell’archivio storico «Bartolo Longo», e da Raffaele Orefice, responsabile della sezione fotografica dell’Archivio, la mostra, inaugurata presso la cappella dell’Istituto alla presenza dell’arcivescovo Monsignor Tommaso Caputo, regala ai visitatori scatti unici: volti, espressioni, emozioni e momenti di vita immortalati durante l’opera grandiosa realizzata a Valle di Pompei dall’avvocato pugliese, beatificato il 26 ottobre 1980 da San Giovanni Paolo II. L’esposizione, composta da ventisei stampe d’epoca originali, è un viaggio nel tempo e nella storia, per celebrare l’impresa straordinaria di un uomo, un laico che per amore di Dio e della Madonna ha creato dal nulla una città, un Tempio oggi conosciuto in tutto il mondo e opere di carità che hanno dato, in questi centotrenta anni, accoglienza, amore e un futuro a migliaia di bambini e ragazzi soli, orfani, abbandonati o figli di carcerati. La prima sezione della mostra, denominata «Nascita del Santuario», culmina con il racconto dell’inaugurazione della facciata della basilica, avvenuta nel maggio del 1901, e dedicata alla Pace Universale. «L’idea di esporre le foto originali del periodo longhiano - ha detto don Salvatore Sorrentino - nasce proprio dalla volontà di porre il visitatore “a contatto diretto con la storia”». Il progetto è, dunque, quello di raccontare l’opera spirituale e sociale che il Beato Bartolo Longo ha compiuto in questa terra desolata e deserta, ovvero Valle di Pompei, mettendo in atto il disegno che Dio aveva su di lui. Nel padiglione è stata allestita una postazione touch screen per la visione di alcuni libri “annotati” dal Beato Bartolo Longo, appartenenti alla sua biblioteca personale e una videoproiezione con alcune foto originali dell’epoca.
 
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