Casa Morra: 100 anni di mostre pianificate come al gioco dell'oca

Casa Morra: 100 anni di mostre pianificate come al gioco dell'oca
di Cristina Cennamo
Domenica 24 Settembre 2017, 19:36
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Conto alla rovescia a Casa Morra, lo spazio museale creato da Giuseppe Morra che l'otto ottobre inizierà il secondo anno di attività dedicando nuovi ambienti a tre artisti che dalla pittura sono approdati al teatro e all’azione performativa, mossi dall’aspirazione alla totalità dell’arte.

Uno sforzo non da poco che, però, è ben poca cosa rispetto all'opera colossale compiuta da Giuseppe Morra, che ha già definito la programmazione sino al 2116: 100 anni di mostre pianficate attraverso il meccanismo del gioco dell’oca fatto di rimandi, attraversamenti e ritorni, ed in cui i cicli espositivi sono regolati dall’alchimia dei numeri 3 e 7 che coincidono di volta in volta con il numero di artisti presentati o la quantità di opere e sequenze di mostre.
A partire, appunto, dall'atteso vernissage che a Palazzo Cassano Ayerbo D’Aragona, il complesso che gradualmente la Fondazione Morra sta ristrutturando per accogliere l’ampia Collezione Morra, vedrà protagoniste le opere di Julian Beck, Hermann Nitsch e Shozo Shimamoto nella mostra dal titolo I Giganti dell’Arte dal Teatro, che inaugurerà contemporaneamente alle sezione dedicata a Joseph Beuys con opere e documenti donati dalla Collezione Lucrezia De Domizio Durini, l’Archivio Living Theatre e gli Archivi Mario Franco su arte e cinema.
In particolare, I Giganti dell’Arte dal Teatro pone in dialogo fra loro quattro personalità che hanno fatto dell’arte la loro vita: Julian Beck, pittore dal 1944 al 1954, che dall’onda dell’espressionismo astratto giunge al teatro anarchico e di strada, al teatro di vita, fondando con Judith Malina la compagnia del Living Theatre; Hermann Nitsch, padre dell’Azionismo Viennese, che si accosta all’idea di opera d’arte totale nell’Orgien Mysterien Theater, una forma di teatro sinestetico che penetra gli abissi dell’inconscio per innescare una reazione catartica; Shozo Shimamoto, fondatore e membro del gruppo Gutai, che del colore fa uso materico e spaziale fino a raggiungere una pittura-azione dettata non più dal pennello ma dal gesto compiuto dall’artista; Joseph Beuys, figura cardine della neoavanguardia, sostenitore della fusione tra arte e vita, tra ricerca artistica e impegno politico, per concepire una scultura sociale sul principio secondo cui ogni uomo è artista.

Casa Morra mostra come l’arte sia una conoscenza intuitiva che, tramite l’esperienza creativa, apporta modificazioni, resistenze e rivoluzioni nell’esistenza di chi la fa propria. Riapre al pubblico puntando l’accento sulla componente esperienziale, cui il Maestro Hermann Nitsch rende omaggio mettendo in scena una lehraktion, azione teorica sui fondamenti del suo teatro sensoriale ed estatico.

L’Archivio Living Theatre contiene testi, documenti, appunti e corrispondenze, scritti personali di Judith Malina, fotografie e diapositive, manifesti, inviti, giornali, libri, riviste e registrazioni video, tutti relativi agli anni 1969-2015, oltre ad un’ampia sezione dedicata a costumi e oggetti di scena; un archivio costruito nel tempo dall’amicizia di Giuseppe Morra con Judith Malina e Hanon Reznikov.

Casa Morra presenta anche una sezione dedicata al cinema con gli Archivi Mario Franco, una raccolta di libri, cataloghi, film in pellicola, in DVD e in vari formati sia analogici che digitali, che attraversano diverse correnti artistiche, dalle prima avanguardie fino ai giorni nostri, prodotti e collezionati in circa 50 anni di attività di Mario Franco, regista e storico del cinema.

In occasione dell’apertura, il racconto espositivo di Casa Morra si estende e aggiunge l’opera 3_Lucifero_archeologia (albero) di Gian Maria Tosatti, una delle “Sette Stagioni dello Spirito”, progetto site-specific che l’artista ha realizzato a Napoli, disseminando sette installazioni ambientali nei tre anni di residenza presso la Fondazione Morra.
 
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