Operazione riscoperta per liberare dalla sabbia e studiare la "galleria" del Ninfeo

Operazione riscoperta per liberare dalla sabbia e studiare la "galleria" del Ninfeo
di Pasquale Guardascione
Sabato 14 Aprile 2018, 21:42
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BACOLI. Il Parco Archeologico dei Campi Flegrei sta conducendo con l'istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro, dei rilievi sulle strutture sommerse dell'area marina protetta di Baia. Un lavoro in prosecuzione di un progetto di ricerca già avviato con la precedente soprintendenza archeologica della Campania, titolare della gestione dell’area, che punta su nuove tecnologie per la documentazione e il restauro delle strutture sommerse. "Da lunedì scorso e fino al 19 aprile la zona del Ninfeo Sommerso dell'imperatore Claudio è interdetta - spiega Luciano Muratgia, funzionario responsabile del Gruppo Archeologico Subacqueo del parco sommerso di Baia -. In quanto le mareggiate degli ultimi anni hanno riempito di sabbia la base della statua per circa un metro e mezzo. Per questo motivo sarà prima sorbonato e, poi, prelevata la sabbia che sarà successivamente riutilizzata. Dopo aver concluso questa prima fase di lavori saranno effettuati dei rilievi tridimensionali". Il Ninfeo Sommerso dell'imperatore Claudio si trova nella zona A del parco. Si tratta di un edificio di forma rettangolare, dove è possibile ammirare la ricostruzione di una serie di statue che costituiva una sorta di "galleria" di ritratti dinastici della gens giulio-claudia. Proseguendo appena fuori il Ninfeo, superando le terme c'è, poi, una strada basolata, la via Herculanea, che conduce in mezzo a quello che era il Lacus Baianus, dove ci sono i resti imponenti di due ville. Il Parco Archeologico dei Campi Flegrei che si è recentemente dotato di un apposito ufficio di gestione dell’area marina protetta svilupperà insieme all’Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro un progetto di ricerca di respiro internazionale che sarà presentato in anteprima nei prossimi giorni al convegno Blumed di Cartegena in Spagna. "L’iniziativa è parte del processo di profonda ristrutturazione delle forme e delle modalità di gestione del patrimonio archeologico sommerso che il parco ha appena iniziato ad attuare", hanno spiegato dal parco archeologico dei Campi Flegrei. "Non vediamo l'ora che i lavori di svuotamento dalla sabbia del Ninfeo per riportarlo al suo livello originario, terminano - spiega Enzo Maione, del Centro Sub Campi Flegrei tra le guide più esperte dell'area marina protetta di Baia -. Questo ci consentirà di ritrovarlo tra qualche giorno nel suo massimo splendore e di accompagnare i turisti avendo un riscontro maggiore​. Riteniamo che il Parco Sommerso di Baia sia un modello di sviluppo turistico da esportare anche per altri siti della zona flegrea. Infatti, è grazie alle sinergie che funziona e attrae sempre più turisti".
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