Napoli, ai Girolamini parte la Scuola per i manoscritti. Franceschini: «Simbolo di rinascita per la cultura»

Napoli, ai Girolamini parte la Scuola per i manoscritti. Franceschini: «Simbolo di rinascita per la cultura»
di Rossella Grasso
Lunedì 22 Maggio 2017, 15:10 - Ultimo agg. 16:22
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L’antica biblioteca dei Girolamini apre le porte agli studenti della Scuola di alta Formazione in Storia e Filologia del Manoscritto e del Libro Antico. Il progetto è istituito in collaborazione con il Ministero dei Beni Culturali e l’Università Federico II e ha come obiettivo la valorizzazione della biblioteca più antica del Mezzogiorno, seconda in Italia sono a quella Malatestiana di Cesena, per poi restituirla completamente a tutta la comunità. L’inaugurazione della Scuola è stata l’occasione per siglare un protocollo di intesa tra il Ministero e l’Università Federico II. A Pompei, al Museo Archeologico Nazionale e a Capodimonte e in alcuni dei siti più importanti del territorio saranno istituiti tirocini per gli studenti, corsi di perfezionamento, attività di studio, ricerca e consulenza che renderanno la sinergia tra i due istituti fondamentale per il mantenimento e la valorizzazione dei luoghi.  
 


All’inaugurazione del corso di studi è intervenuto anche il Ministro Dario Franceschini che ha definito l’iniziativa ai Girolamini “Una vero e proprio simbolo di rinascita per tutti i beni culturali dell’Italia”. “Oggi è una bellissima giornata – ha continuato il Ministro – in questo luogo gli scaffali ancora parzialmente vuoto sono ferite lasciate da quest’atto criminale che è stato fatto in un luogo che è il tempio della bellezza. È fondamentale che oggi inizi una storia di riscatto per questo luogo a partire dalla scuola di alta formazione della Federico II dedicata proprio a questo. È un’eccellenza dal punto di vista della ricerca e dell’innovazione ed è la prima di una serie di interventi che dovranno far tornare questo posto un luogo vivo che conserva manoscritti del passato ma che investe soprattutto sul futuro, sui giovani, sulla ricerca e sull’innovazione”. La scuola infatti punta soprattutto sulle nuove tecnologie per la conservazione e consultazioni degli antichi testi. 

Il boom di iscrizioni, 150 a fronte dei 20 posti disponibili, ha preannunciato il successo dell’iniziativa che prevede lezioni frontali per la formazione di esperti in discipline filologiche, paleografiche e codicologiche e la catalogazione degli oltre 150.000 volumi che la biblioteca custodiva prima dei recenti saccheggi. Un lavoro di formazione ma anche utile a porre fine a quel disastro di furti di cui sono ancora visibili i segni nei sigilli che impediscono l’apertura del sito ai cittadini se non in occasioni speciali. “I Girolamini saranno riaperti solo quando saranno finite le opere di inventariazione e questo progetto universitario potrà dare una grossa spinta in questo senso”, ha spiegato Vincenzo Piscitelli, Procuratorie aggiunto di Napoli che da subito ha gestito le indagini sul caso che fece scalpore in tutto il Mondo.

“I Girolamini si trasformeranno in un vero e proprio laboratorio per gli umanisti.
Infondo le biblioteche sono proprio questo – ha spiegato Andrea Mazzucchi, direttore della Scuola – Qui è raccolto uno strepitoso patrimonio librario: 500 manoscritti antichi, alcuni pezzi pregiati come un Dante del 1300, uno straordinario Teseida del Boccaccio, uno splendido codice miniato delle tragedie di Seneca. Questo patrimonio attende di essere conosciuto, descritto e restituito alla comunità. Soltanto attraverso la conoscenza lo si può rendere davvero fruibile in maniera consapevole”.

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