Addio a Sergio Manes,
Fu l'editore degli Studi Filosofici

Addio a Sergio Manes, Fu l'editore degli Studi Filosofici
di Ugo Cundari
Mercoledì 22 Marzo 2017, 10:33 - Ultimo agg. 10:46
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Se ne è andato domenica sera, a 74 anni, l'ultimo editore comunista mai pentito. Sergio Manes è morto lasciando la sua ultima creatura editoriale, La Città del Sole, nelle mani dei suoi figli, in particolare di Giordano, che ne raccoglierà il testimone. Gli ultimi anni non sono stati molto felici, a causa dello sfratto del Comune dalla sede dell'ex asilo Filangieri, che gli aveva lasciato un po' di amarezza, anche se da combattente nato qual era aveva trovato anche una soluzione. I locali occupati, infatti, dove aveva trasferito la sua biblioteca di migliaia di volumi, li aveva fatti dichiarare bene archivistico sottoposto a vincolo, impedendo così qualsiasi spostamento dei libri.
Nella sua vita Manes ha sempre fatto l'editore, fondando quasi ciclicamente nuove case editrici fin dagli anni Sessanta, quando faceva attività politica militante, e fu il primo in Italia a dotarsi di una rotativa offset. Il primo marchio è stato Laboratorio Politico, con cui aveva cominciato subito dopo aver ricevuto la liquidazione dal Banco di Napoli. Poi, dopo l'incontro con Gerardo Marotta, alla fine degli anni Novanta, aveva fondato La Città del Sole proprio per editare tutti gli atti di convegno dell'Istituto italiano per gli Studi filosofici.

Ma la sua vera passione era la politica, quella rossa, di impegno sociale, ma anche di discussione teorica. E così qualche anno fa aveva stretto un accordo con l'allora Editori Riuniti di Roma per pubblicare tutti i volumi delle opere complete di Marx ed Engels. Dopo poco la casa editrice romana era fallita, e lui si era fatto carico, da solo, di editare tutti i volumi. Il trentunesimo è uscito proprio la settimana scorsa, mentre un paio di giorni prima di morire aveva licenziato per la stampa altre due novità, Il potere sovietico, scritto dal reverendo Johnson, conosciuto come «il prete rosso di Canterbury», e poi un romanzo, All'ombra di un Vulcano, di Giacomo Scotti, nel cui curriculum figura un mitico incontro con Che Guevara. Ma insieme alla politica Manes credeva molto anche nei giovani, che pubblicava con grande slancio, soprattutto autori che da poco stavano muovendo i loro primi passi nell'università.
«Qualsiasi libro decidesse di fare, lui lo seguiva fin dall'inizio. E stampava solo i libri in cui credeva veramente, in cui c'erano idee da lui condivise», racconta il figlio Giordano. Eppure, se gli chiedevi in tutti i decenni di vita editoriale qual era il libro a cui fosse più legato, rispondeva sempre «un classico intramontabile del pensiero umano, il Manifesto del partito comunista».

Venerdì lo ricorderanno a partire dal pomeriggio proprio nella sede della casa editrice. «Mio padre non ha avuto funerali. Ci incontreremo con tutti i suoi amici e compagni, discuteremo di libri, ci sarà musica. Ci ha insegnato il sorriso, sempre, e a non abbandonarci mai alla disperazione».
 
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