Addio a Greco, maestro degli ingegneri: professore e genio dei progetti idraulici

Addio a Greco, maestro degli ingegneri: professore e genio dei progetti idraulici
di Giovanni Rinaldi
Giovedì 14 Dicembre 2017, 11:43
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Una vita passata tra porti, ponti e aule universitarie. È questa la prima immagine che viene in mente quando si parla del professor Carlo Greco, un monumento dell'ingegneria idraulica napoletana, classe 1930, che si è spento a 87 anni lasciando un enorme vuoto, sia umano che professionale, nella società civile in cui ancora per gli anni a venire si tramanderanno i suoi insegnamenti.

Studente modello, si laurea in tempi record e il 26 giugno 1956, a soli 25 anni, si iscrive all'albo degli ingegneri. La sua passione, l'acqua, ha fatto sì che molti degli scali portuali di mezza Italia portassero la sua firma. La sua dote accademica, la passione per l'insegnamento, hanno permesso invece a molti dei suoi allievi di diventare il simbolo di una professione che eccelle ancora oggi tra le aule universitarie, in politica e nelle rappresentanze di categoria. Una delle sue ultime uscite in pubblico, infatti, è datata lo scorso settembre quando, a pochi giorni dal suo compleanno, già provato dalle fatiche e visibilmente debole, si è recato alle urne per le elezioni del nuovo consiglio dell'Ordine degli ingegneri.

«Il solo ricordo mi commuove - ammette il suo primo allievo Edoardo Cosenza, diventato rappresentante dei suoi colleghi grazie anche allo sforzo dello stesso Greco - Vederlo e sapere che era lì solo per rendermi omaggio è stato un onore indescrivibile che porterò per sempre custodito nel mio cuore. La sua umanità, legata alla praticità dell'approccio accademico, ha reso Carlo Greco un professore atipico, che riduceva fin da subito la distanza con gli studenti. Ma nonostante ciò, nonostante sia stato suo allievo prima e suo collega dopo, non sono mai riuscito a chiamarlo Carlo. Per me è sempre stato il mio professore e continuerà per sempre ad esserlo, visto che il mio percorso professionale risente sempre dei suoi insegnamenti. Io sono solo uno dei tanti allievi di Greco che grazie a lui hanno fatto grande la scuola d'ingegneria napoletana. Il mio pensiero va a Gaetano Manfredi e alla professoressa Marisa Pecce, prima donna in Italia ad ottenere una cattedra in Tecnica delle Costruzioni, un vanto per Carlo a dimostrazione di quanto fossero moderni i suoi valori umani e professionali in una categoria dove anni addietro di colleghe ce n'erano davvero poche».
 
Il suo essere pragmatico, probabilmente il professor Greco lo aveva ereditato dal primo impiego all'Autorità Portuale di Napoli. Tanta esperienza nell'ingegneria idraulica, una passione innata per la meccanica dei ponti, una branca forse scritta nel Dna che si è portato dietro per la vita. Un affaccio dal nobile Rione Sirignano, dove tra le foglie della Villa comunale si scorge il mare, primo interlocutore delle sue opere ingegneristiche. Ma un talento come il suo non poteva non essere messo a disposizione dell'insegnamento in modo da essere un faro per chi avrebbe voluto seguire le sue orme.

E in effetti una guida preziosa lo è stata anche per un altro ingegnere che a Napoli non ha bisogno di presentazioni: Gaetano Manfredi. Il rettore della Federico II e presidente della Crui, di qualche anno più giovane di Cosenza, è attualmente il primo rappresentante del ruolo accademico incarnato dagli ingegneri e i suoi passi, per sua stessa ammissione, sono segnati dai valori tramandati da Greco: «Gli studenti prima di tutto. Me lo ripeteva sempre e me ne dava continuamente dimostrazione, tanto che l'amore che provo per il mio lavoro in gran parte deriva dai suoi insegnamenti. Il ruolo dei professori - continua a raccontare Manfredi con voce commossa - è secondario, funzionale agli studenti che rappresentano il cuore pulsante dell'università. Quindi prima come professore e poi come rettore non posso non seguire le parole di Greco che, grazie agli insegnamenti che mi ha trasmesso, continua nella sua opera accademica».

Con questi ricordi ancora vividi negli occhi e nel cuore, questa mattina alle 10 nella chiesa di piazza San Pasquale a Chiaia, a pochi passi da casa, la città saluterà il professor Carlo Greco, con la certezza che il vuoto lasciato è stato già ampiamente riempito dalla sua enorme eredità umana e professionale.

 
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