«Sesso e orge» nella Pompei romana per festeggiare il dio Bacco

«Sesso e orge» nella Pompei romana per festeggiare il dio Bacco
di Susy Malafronte
Giovedì 15 Marzo 2018, 14:35
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POMPEI - 15 Marzo II secolo avanti Cristo «sesso e orge» nella Pompei romana per festeggiare il dio Bacco. La commemorazione social del Parco Archeologico manda in delirio gli internauti. «Oggi - scrivo dagli Scavi di Pompei - nel mondo romano era una delle feste più gradite, dedicata al dio Bacco, dio del vino e della vendemmia. Il 15 Marzo si festeggiavano i Bacchanalia, festa a sfondo propiziatorio per la buona semina e raccolta delle messi. Le cerimonie erano a forte componente misterica riservata agli iniziati alla religione. Era una festa notturna, che prevedeva danze e riti di tipo orgiastico e che proprio la matrice sessuale di questi rituali, spesso degenerata in violenza, ne comportò la soppressione. Il 7 ottobre del 186 avanti Cristo, infatti, un decreto del Senato vietò a Roma la festa dei Bacchanalia, istruendo veri e propri processi in cui ci furono più condanne a morte che incarcerazioni. Dopo questa repressione i Bacchanalia, ridimensionati, sopravvissero solo in alcune zone dell’Italia meridionale».

La diffusione del culto di Bacco a Roma avvenne intorno al II secolo avanti Cristo. Analogamente al culto di Dioniso in Grecia, da cui deriva, si trattava di un culto misterico, ossia riservato ai soli iniziati (originariamente solo donne, le baccanti) con finalità mistiche. Ben presto i seguaci del culto di Bacco vennero in scontro con la religione ufficiale di Roma in seguito al loro rifiuto di riconoscere i valori culturali di questa, al punto che nel 186 avanti Cristo il Senato, dietro iniziativa di Marco Porcio Catone, emise un senatoconsulto, noto come Senatus consultum de Bacchanalibus al fine di sciogliere il culto con distruzione dei templi, confisca dei beni, arresto dei capi e persecuzione degli adepti. In seguito i baccanali sopravvissero come feste propiziatorie, ma senza più la componente misterica. Spesso il baccanale coinvolgeva più popolazioni di un territorio che si riunivano per diversi giorni in un luogo-simbolo, dove venivano praticati anche sacrifici animali; sicuramente le pratiche sessuali che vi si svolgevano erano anch'esse finalizzate alla propiziazione ma anche ai festeggiamenti per i pastori che ritornavano dalla transumanza dopo un'intera stagione. Nella Roma del II secolo però tali aspetti erano evidentemente assenti e una delle questioni che portò al senatoconsulto de Bacchanalibus fu il fatto che durante tali riti gli adepti praticavano la violenza sessuale reciproca (sodomia compresa), specialmente sui neofiti, e ciò era in contrasto con le leggi romane che impedivano tali atti tra cittadini, pur permettendole nei confronti degli schiavi.
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