Vigili, il Tar boccia le promozioni:
cinquanta degradati a Napoli

Vigili, il Tar boccia le promozioni: cinquanta degradati a Napoli
di Paolo Barbuto
Giovedì 9 Giugno 2016, 09:07
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Via il grado con la torre e la stella, andate a ricucire sulla divisa le tre stelle che avevate fino a due mesi fa: il Tar decide e i vigili eseguono. In cinquanta dovranno rinunciare al grado di «maggiore» che gli era stato conferito per decisione della Giunta Comunale e tornare a quello di capitano che avevano fino al mese di marzo. Al tribunale regionale s'erano rivolti in 38, esclusi dal provvedimento di promozione. Ieri la prima decisione sulla vicenda: una ordinanza di sospensione della decisione di Giunta, in attesa della prima udienza del processo che è stata fissata per il 7 febbraio del 2017.

I motivi del ricorso sono piuttosto tecnici ma proveremo a spiegarli. La Regione nel 2015 ha approvato un regolamento che detta norme su uniformi, gradi e dotazioni delle polizie municipali di tutta la Campania. Palazzo San Giacomo si è adeguato e in una Giunta, il primo marzo di quest'anno, ha deliberato nel merito. Nelle pieghe della delibera ha inserito anche un dettaglio: 50 capitani sono stati promossi al grado di maggiore.Quella delibera fin dal primo momento ha creato tensione e caos e, subito, è partito il ricorso al Tar da parte degli esclusi.

I 38 che protestano si sono rivolti all'avvocato Riccardo Marone, ex sindaco di Napoli che ha presenta un atto contro l'attuale sindaco di Napoli, ma questi sono solo dettagli. Quel che conta è il motivo del ricorso: secondo gli esclusi la Giunta non ha potere per modificare il regolamento di Polizia Municipale che spetta, invece, al Consiglio Comunale; poi per accedere al grado di maggiore, secondo le norme dettate dalla Regione, bisogna aver maturato una anzianità di dieci anni nel grado di capitano e aver frequentato almeno due corsi di formazione; infine occorre un titolo di studio (la laurea) che, secondo i ricorrenti, non tutti avrebbero conseguito.La versione di chi protesta contro le promozioni sembra aver colpito i giudici del Tar i quali, nel provvedimento di sospensione, non esitano a scrivere che «ad una sommaria delibazione propria della fase cautelare, il ricorso appare meritevole di favorevole apprezzamento», ed è proprio su queste basi, dopo aver ascoltato gli avvocati dei ricorrenti e del Comune di Napoli, che hanno deciso di bloccare tutto in attesa della decisione definitiva.

Ma chi sono i promossi? Si tratta di un gruppo di «ex tenenti» che nel 2010 vennero sottoposti a una prova di selezione interna, gestita in prima persona dall'allora comandante del Corpo, il generale Luigi Sementa. Proprio basandosi su quella procedura di selezione, la Giunta Comunale a marzo ha deciso che «in prima applicazione del nuovo regolamento possano accedere al grado distintivo di maggiore i vincitori della selezione della procedura selettiva per 50 unità ecc. ecc.», cioè i cinquanta tenenti promossi capitano.Sulla vita operativa del Corpo della polizia municipale questa decisione non avrà effetti pesanti: il comandante (lo leggete nell'intervista qui sotto) ha già deciso che ognuno dei cinquanta maggiori degradati resterà al suo posto e manterrà mansioni e comandi attuali. Questa decisione, però, viene salutata come una vittoria da parte di chi contesta l'attuale gestione dei vigili.

E qui torna a galla la recente polemica che ha coinvolto il sindacato Diccap, il comando della municipale e i vertici di palazzo San Giacomo. La settimana scorsa è stato diffuso un video nel quale in forma anonima si denunciavano presunte irregolarità nella gestione del Corpo: diciamo subito che tutti i contenuti del video anonimo sono stati respinti al mittente e che, anzi, proprio il comando della municipale napoletana ha preparato un dossier da presentare alla Procura dal quale si riuscirebbero a identificare tutti gli autori del video conto i quali sono già state presentate denunce specifiche. Però il malumore resta. Chi contesta l'attuale gestione segnala che i promossi sono tutti vicini allo stesso sindacato (il Diccap) anche se non formalmente iscritti, e che proprio quella «vicinanza» starebbe alla base della nomina in ruoli di vertice con conseguenti promozioni. Ovviamente si tratta di voci di corridoio respinte da i protagonisti; e a nome di tutti parla il comandante Esposito: «Il comando viene dato a chi ha voglia di sacrificarsi per il Corpo. Protestano quelli che non hanno voglia di lavorare ma vorrebbero ugualmente una promozione. Qui le cose vanno diversamente e chi prova a diffamarci subirà le conseguenze». Nel frattempo, però, cinquanta maggiori stanno scucendo i gradi dalla divisa e stanno riattaccando quelli vecchi da capitano.