Vigilante ucciso, Cafiero de Raho: «C'entra il rapporto genitori-figli»

Vigilante ucciso, Cafiero de Raho: «C'entra il rapporto genitori-figli»
di Antonio Cimmino
Lunedì 19 Marzo 2018, 10:20 - Ultimo agg. 12:06
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«Bisogna dare ampio spazio alla scuola e riconoscere alla famiglia quel ruolo primario che la Costituzione le assegna». A dirlo è il Procuratore Nazionale Antimafia  Federico Cafiero De Raho questa mattina ad Ercolano in occasione della Giornata della Memoria e dell'Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, commentando  l'aggressione del vigilante ad opera di minorenni. 

«Laddove nè famiglia nè scuole riescono ad intervenire, occorre fare in modo che i servizi sociali possano verificare la frequentazione costante della scuola - ha aggiunto De Raho -, capire quale sia lo sviluppo di alcune famiglie, soprattutto quelle che sono toccate da fatti di camorra. In questo caso, quello del vigilante, sembra che le famiglie fossero persone perbene; pare che uno dei genitori abbia detto "Non voglio più vedere mio figlio se ha commesso un atto del genere».

«Ci dobbiamo domandare perché il rapporto genitori-figli sia scalfito al punto da non fare emergere una realtà che è purtroppo dolorosa - ha detto il Procuratore -  quella di figli che tentano di affermarsi nella società usando la violenza.  Probabilmente dobbiamo fare tutti un esame di coscienza e pensare qual è il rapporto con i giovani e con i nostri figli ed in che modo lo possiamo recuperare, in modo che questa ondata di violenza, che tocca tantissimi ragazzi, possa essere superata».
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