Vigilante al lavoro in ritardo
per agevolare i rapinatori

Vigilante al lavoro in ritardo per agevolare i rapinatori
Martedì 23 Ottobre 2018, 14:36
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Smantellata nella notte dai carabinieri una «banda del buco» composta da 12 persone tra cui un dipendente del Comune di Napoli. e una guardia giurata La guardia giurata, Michele Carandente, detto «'o paesaniello», faceva da palo ma, soprattutto, cercava di mettersi in servizio nel giorno e nell'ora in cui la banda aveva fissato il colpo per poi arrivare appositamente in ritardo e lasciare, così, campo libero ai rapinatori. Il dipendente del servizio fognature del Comune di Napoli, finito in carcere, oltre a fare da palo, consentiva ai componenti la banda del buco di accedere nel sistema fognario cittadino dall'impianto di riciclo acque che si trova a Mergellina. Attraversando il dedalo di cunicoli che si diramano sotto la città raggiungevano i loro obiettivi per effettuare i sopralluoghi, eseguire i lavori ed entrare, infine, in azione. I militari sono riusciti a individuare i componenti la banda del buco in occasione del colpo alla prestigiosa gioielleria Bulgari, il 16 luglio del 2016, non portato a compimento a causa dell'allarme lanciato dal palo che attendeva all'esterno del negozio il quale si era accorto dell'arrivo della vigilanza. Da quel momento in poi, coordinati dal procuratore aggiunto Raffaello Falcone, i carabinieri hanno raccolto tutte le prove sventando, contestualmente le sei rapine. In particolare viene identificato il palo, Antonio Racca, detto «ò paesano», grazie alle immagini dei sistemi di video sorveglianza. I capi della banda erano Racca con Giuseppe Capezzuto, detto «ò presidente» (ma anche «Bro» ) e Pasquale Iacomo,soprannominato «lo zio». È stata una indagine articolata che ha consentito di evitare la commissione dei reati e anche di acquisire tutti gli elementi grazie ai quali é stato possibile contestare agli indagati l'associazione per delinquere. I carabinieri, in sostanza, sono riusciti a bloccare tutte le iniziative della banda perchè teneva costantemente sotto controllo tutti i suoi componenti. Del gruppo faceva parte anche una donna, Carla Marfella, incensurata, moglie di Racca che é stata messa agli arresti domiciliari. Insieme con il marito custodiva gli attrezzi per gli scavi e faceva anche da palo.
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