Vesuvio, un anno dopo gli incendi: «È stato fatto troppo poco»

Vesuvio, un anno dopo gli incendi: «È stato fatto troppo poco»
di Oscar De Simone
Lunedì 13 Agosto 2018, 10:23
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«Da un anno a questa parte per il dissesto idrogeologico non è stato fatto nulla. Ci sono state delle ispezioni alle briglie borboniche ma nulla di più. Adesso ci troviamo in un nuovo periodo di allerta e speriamo che tutto vada per il meglio». Così commenta la condizione attuale del parco nazionale del Vesuvio l’astrofisica ed attivista Clementina Sasso. A un anno di distanza dal grande incendio che distrusse quasi il 50% della superficie forestale, non sembra essere cambiato molto nella zona. Le frane si sono succedute nel corso dello scorso inverno e sono arrivate con grande facilità sino a valle. Proprio in località via Montagnelle a Torre del Greco, i depositi fangosi sono ben visibili per oltre mezzo metro di altezza e si estendono oltre le recinzioni che delimitano l’area inaccessibile proprio per pericolo di crolli. Il dissesto causato dalla fragilità di un terreno in gran parte distrutto dagli incendi inoltre, ha generato un vero e proprio canyon che ha portato con se anche gli alberi che erano sul percorso scavato nel paesaggio.
 



«Una situazione di grande allerta» continua Clementina, «anche perché gran parte di questi alberi furono coinvolti nell’incendio. Il resto poi è stato fatto dall’acqua che sottraendo il terreno alle radici ha reso i fusti instabili permettendone la caduta. Adesso chiediamo al governo di intervenire in maniera seria perché oltre alla videosorveglianza crediamo sia necessario agire in maniera diretta e con gli uomini sul campo pronti ad entrare in azione».

Il pericolo a quanto sembra, non è solo costituito dai possibili nuovi roghi ma anche da quelle discariche che proprio ai limiti delle aree verdi, si stanno nuovamente “formando” sotto gli occhi di tutti. «Qui non c’è solo il pericolo dei roghi» dichiara Ciro Teodonno presidente della commissione regionale della tutela per l’ambiente del Club Alpino Italiano, «ma anche quello dei rifiuti. Questa purtroppo è diventata una triste costante che ormai ha bisogno del supporto delle autorità perché a quanto pare solo noi cittadini ed attivisti possiamo fare ben poco. Qui si scarica ad ogni ora del giorno e della notte e come si può osservare – semplicemente venendo in zona – la situazione è nuovamente fuori controllo».
 
 

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