Giapponesi pazzi per il cammeo: l'arte si impara tra le strade di Napoli

Giapponesi pazzi per il cammeo: l'arte si impara tra le strade di Napoli
di Delia Paciello
Lunedì 21 Agosto 2017, 15:22 - Ultimo agg. 15:49
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Napoli sta diventando una meta ambita soprattutto da turisti giapponesi, francesi e statunitensi. Ma negli ultimi tempi le maggiori presenze registrate sono quelle dei nipponici che sbarcano a Napoli soprattutto per affari o per studiare e imparare la nostra arte. E una delle arti tipiche delle nostre terre, esportata poi in tutto il mondo, è quella del Cammeo, che ha origini antiche.

Una leggenda narra che nel 1700 un marinaio che si trovava al porto di Napoli, mentre aspettava sua la nave, trovò una conchiglia e con uno scalpellino, per ammazzare il tempo, cominciò ad inciderci sopra. Così facendo scoprì che coppa era calcarea e cominciò a scolpire il volto della sua amata. È così che nacque il primo cammeo.

Napoli ha continuato quest’arte fino a che Torre del Greco non l’ha fatta sua e da lì si è diffusa in tutto il mondo. Sono nate le prime scuole e ora, dopo la sua diffusione, sono tantissimi i giapponesi che vogliono imparare quest’arte, arrivata intanto anche in Oriente.

In via dei Tribunali, nel centro storico di Napoli, c’è Il Piccolo Museo del Cammeo. Lì ogni mercoledì si svolge un corso per insegnare ad appassionati di tutte le età l’arte dell’incisione su conchiglia.

«Da noi può assistere dal vivo alla realizzazione di un Cammeo – spiega Maria Cerque, la responsabile – e così moltissimi turisti che passano dalle nostre parti si incuriosiscono. Più di tutti i giapponesi. Alcuni di loro partecipano al corso per imparare, ma la loro caratteristica è quella di riuscire a riconoscere da subito il valore di un cammeo. Arrivano con la lente d’ingrandimento e sembrano dei veri studiosi». E infatti il valore di un cammeo varia a seconda dell’incisione, della bravura dell’artista che lo ha realizzato, del tempo impiegato. Insomma, come una vera e propria scultura, bisogna saper riconoscere il tocco d’arte. E sono tanti i nipponici in grado di farlo.

«I nostri maestri cercano di capire da subito chi ha l’indole artistica. E fra gli allievi quelli giapponesi si sono distinti per la bravura nella realizzazione», racconta ancora Maria. Poi continua: «Devo dire, però, che fra gli alunni più bravi, oltre a questi due ragazzi asiatici, c’è un signore di ben 70 anni che noi chiamiamo Garibaldi. Ha davvero delle mani d’oro, molto più bravo di parecchi giovani. Ha appreso alcune difficili tecniche in poco tempo ed è già in grado, dopo pochi mesi di corso, di realizzare un cammeo di alto valore artistico. A volte ci racconta che ci lavora persino nel traffico, bloccando la conchiglia da lavorare fra il volante, e appena si ferma ad un semaforo prende subito lo scalpello e si mette all’opera. È una persona eccezionale ed un grande artista».
 
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