La strategia delle bombe: salta in aria l'auto di un commerciante nel Napoletano

La strategia delle bombe: salta in aria l'auto di un commerciante nel Napoletano
di Dario Sautto
Martedì 13 Novembre 2018, 12:00
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TORRE ANNUNZIATA - La camorra colpisce ancora con una bomba. Stavolta di domenica sera, in via Cavour. E la vittima terrorizzata, ha provato a non denunciare l'accaduto, nascondendo la vettura danneggiata alle forze dell'ordine. L'ennesimo raid esplosivo arriva ancora una volta da Torre Annunziata, con la strategia messa in campo dalla «nuova» camorra che stavolta ha preso di mira un commerciante 40enne, già noto alle forze dell'ordine, ma formalmente incensurato. Il suo suv Audi Q3 è stato danneggiato pesantemente dall'esplosione dell'ormai classica bomba carta artigianale, piazzata da qualcuno di domenica sera, all'interno di un parcheggio privato di un condominio di via Cavour. L'esplosione è stata forte e in molti hanno sentito il botto, ma nessuno ha allertato i centralini delle forze dell'ordine.
 
La paura e l'omertà, a Torre Annunziata, continuano a essere i nemici più difficili da combattere. Solo ieri mattina, nell'officina di un carrozziere, i poliziotti del commissariato di Torre Annunziata, guidati dal dirigente Claudio De Salvo, hanno ritrovato l'auto danneggiata dalla deflagrazione e il suo proprietario, un commerciante 40enne. L'evidenza dei danni ha «costretto» la vittima a denunciare «ignoti» per il danneggiamento da esplosione, ma il 40enne ha comunque confermato di non aver subito pressioni, minacce, richieste. Una routine a Torre Annunziata. Nel frattempo però, gli investigatori stanno già indagando, ovviamente ad ampio raggio e senza escludere nessuna pista. Potrebbe trattarsi di un dispetto, di una lite conclusa con il «botto», di un avvertimento per motivi economici. Ma è ovvio che le modalità del raid e il tentativo di evitare di denunciare da parte della vittima fanno propendere per l'intimidazione di stampo camorristico. Da parte di chi, probabilmente, sta provando a imporre la riscossione del pizzo di Natale a imprenditori e commercianti di Torre Annunziata. Nelle scorse settimane, sono stati presi di mira un negozio di detersivi in allestimento sul corso Vittorio Emanuele, di proprietà di un uomo vicino al clan Gallo-Cavalieri, e la pescheria del figlio di un pezzo grosso del clan Gionta, l'ex estorsore Salvatore Ferraro, in via De Simone.

Due esplosioni che agli inquirenti sembrano piuttosto due messaggi ai clan «tradizionali» di Torre Annunziata, con il cosiddetto «terzo sistema», il nuovo clan di camorra, che potrebbe essersi riorganizzato dopo gli arresti dello scorso anno. Su quei casi le indagini sono coordinate dall'Antimafia, che sta cercando di far luce sugli episodi grazie alle investigazioni sul posto di polizia e carabinieri. In commissariato e in caserma, però, continuano a mancare le denunce delle vittime. Una reticenza che rende più lunghe e complicate le indagini. Invece, nella vicina Castellammare, alcune vittime di estorsione hanno trovato il coraggio di denunciare e in pochi mesi, sono arrivati gli arresti dei presunti estorsori. Se in quel caso erano arrivati anche i pestaggi da parte degli aguzzini a «convincere» le vittime alla denuncia, a Torre Annunziata il metodo più subdolo della minaccia esplosiva, praticamente fin dentro casa, alimenta il clima di terrore. La scia di fuoco e bombe è ricominciata in città alcuni mesi fa. Da luglio, gli episodi sono aumentati in maniera esponenziale, con boati sentiti praticamente su tutto il territorio. Vittime dei raid sono stati pusher, negozianti, imprenditori. Alcuni episodi, tutti in fase di indagini, sono riconducili a questioni «personali» tra uomini vicini agli ambienti criminali. Alle altre vittime, invece, la nuova camorra di Torre Annunziata sta provando a imporre la legge del racket, senza mezzi termini. E nessuno vuole denunciare.
 
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