Ultimi Gionta e «terzo sistema»:
soffiano venti di guerra a Fortapàsc

Ultimi Gionta e «terzo sistema»: soffiano venti di guerra a Fortapàsc
di Dario Sautto
Martedì 6 Giugno 2017, 10:01
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TORRE ANNUNZIATA - L’ombra della camorra piomba sulla campagna elettorale. Dopo tre anni, Torre Annunziata si trova a contare la prima vittima di un agguato, a meno di una settimana dal voto: a morire è stato il 32enne Alberto Benvenuto Musto, diversi precedenti per droga alle spalle, residente nei pressi del lungomare oplontino, nel cuore della movida che, di qui a pochi giorni, sarebbe letteralmente esplosa. La vittima non aveva nessun legame ufficiale con la camorra, ma suo nonno – omonimo – era rimasto vittima di un agguato di camorra. Alberto Benvenuto Musto «senior» era ritenuto uno degli uomini di fiducia del capoclan ergastolano Valentino Gionta e fu ammazzato nella faida tra la Nuova Famiglia – di cui facevano parte i «Valentini» – e la Nuova camorra organizzata di Raffaele Cutulo. Era il 1981, l’anno dei 200 morti di camorra, altri tempi che il 32enne – per motivi anagrafici – non ha potuto vivere, ma che probabilmente conosceva.
 

 

Tutte le ipotesi restano al vaglio degli investigatori, che stanno battendo ogni pista. È possibile che l’agguato possa essere scattato dopo una rissa che sarebbe avvenuta sul lungomare un’ora prima del raid e alla quale avrebbe preso parte anche la vittima, proprio sotto casa sua. Racconto, questo, non confermato né da testimoni né dalle immagini della videosorveglianza, anche se sono stati eseguiti alcuni riscontri in merito. Questa ipotesi resta al vaglio degli investigatori, assieme a quella del regolamento di conti maturato negli ambienti dello spaccio di droga: Torre Annunziata, infatti, resta una piazza di spaccio attiva e, a casa del 33enne che era in compagnia di Musto, i carabinieri hanno effettivamente trovato e sequestrato stupefacenti.
 

La pista più inquietante, però, porta allo scoppio di una nuova faida di camorra, tra quelli che restano del clan Gionta e gli altri del «terzo sistema», da mesi in lotta per la gestione di una fetta dei business illegali. Musto potrebbe essere la vittima di uno scambio di «dispetti», partito ormai due anni fa con gli incendi delle auto, gli attentati con le bombe, alcune stese verso portoni e abitazioni di pregiudicati, episodi che si sono verificati a più riprese nei mesi scorsi e che hanno portato anche al ferimento di un incensurato, il 20enne Vittorio Nappi.
Era il 27 gennaio scorso, quando una raffica di proiettili raggiunse la sua auto mentre era in compagnia di un coetaneo vicino al «terzo sistema». I due erano in macchina e stavano percorrendo via Cuparella, quando arrivò una scarica di colpi di pistola esplosi da una decina di metri: Nappi rimase ferito lievemente, ma i paralleli con le modalità dell’agguato di ieri sono molteplici.

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