Torre Annunziata, la stagione delle bombe. L'appello del sindaco: «Chi sa denunci»

Torre Annunziata, la stagione delle bombe. L'appello del sindaco: «Chi sa denunci»
di Dario Sautto
Martedì 9 Gennaio 2018, 10:23
4 Minuti di Lettura
TORRE ANNUNZIATA - «Come amministrazione comunale siamo vicini a commercianti e titolari delle attività coinvolte, e invitiamo tutti alla massima collaborazione per cercare di individuare gli autori». Da meno di un anno, Vincenzo Ascione è il sindaco di Torre Annunziata. Nelle ultime due settimane, nella cittadina oplontina sono avvenuti almeno tre episodi gravi: prima una bomba carta contro l'agenzia di pompe funebri, poi l'incendio ai negozi di due sorelle una rivendita di ortofrutta e un casalinghi e, sabato sera, ancora un altro ordigno contro un'ex edicola chiusa da anni. Nel mezzo, «stese» messe a segno da gang di minorenni e una bomba carta esplosa davanti a una rosticceria. Episodi che fanno scattare l'allarme criminalità a Torre Annunziata, con lo spettro della camorra che torna prepotentemente ad aleggiare. Un'escalation senza precedenti, che porta la città indietro di vent'anni. «Non si è ancora certi che gli episodi verificatisi in questi giorni siano riconducibili a fatti legati alla criminalità organizzata dice il primo cittadino di Torre Annunziata e su questo aspetto attendiamo l'esito delle indagini portate avanti dalle forze dell'ordine. Per capire se sia all'opera una regia unica attendiamo le risultanze del lavoro di polizia e carabinieri. A chi invece sa qualcosa conclude il sindaco Ascione l'invito è alla massima collaborazione, ricordando che la denuncia in forma anonima è garantita dal lavoro serio e costante portato avanti dalle forze dell'ordine e dalle altre realtà che insistono sul territorio».
 
Con i clan quasi del tutto decimati dalle varie operazioni delle forze dell'ordine l'ultima ha portato, a settembre, all'arresto degli esattori del clan Gionta in questo momento a preoccupare sono più le «bande» che la camorra. Sì, perché la vera emergenza è rappresentata da piccoli gruppi criminali autonomi che, dal retaggio dei sodalizi camorristici «tradizionali» - ovvero il clan Gionta e i Gallo-Cavalieri si stanno evolvendo in entità differenti, molto più somiglianti a bande che a veri e propri clan, alla ricerca di nuovi equilibri nella gestione del malaffare, tra alleanze fragili e raid. Uno dei gruppi fa riferimento a un rampollo dei Gionta, con la guida della moglie di un ergastolano e tanti giovani a gestire spaccio di droga e altre «faccende». L'episodio più grave, paradossalmente, appare quello avvenuto domenica pomeriggio, alle 17:35, nell'incrocio più trafficato dell'area torrese, in una rotonda percorsa quotidianamente da migliaia di autovetture. Un ordigno probabilmente di fattura artigianale è stato fatto esplodere all'esterno di un chiosco che, fino a due anni fa, vendeva giornali e che adesso è chiuso e abbandonato. I danni alla struttura sono notevoli, ma l'onda d'urto ha mandato in frantumi anche i finestrini di un'automobile guidata da una donna di Pompei, rimasta illesa ma sotto choc per ore. Su questo caso indagano i poliziotti del commissariato di Torre Annunziata, agli ordini del dirigente Vincenzo Gioia. Come sempre accade nelle prime fasi di un'inchiesta di questo genere, non viene esclusa alcuna pista, anche se quella del racket appare poco percorribile. Più probabile, secondo gli investigatori, che si tratti di una pericolosa «bravata» da parte di giovani che frequentano alcuni locali della zona. O, ancora peggio, di un atto dimostrativo, di un «test» per capire la forza distruttiva dell'ordigno utilizzato.

Il metodo delle bombe, a Torre Annunziata, era tornato negli ultimi anni, diventando quasi un «marchio» per le intimidazioni camorristiche utilizzate in particolare dal cosiddetto «terzo sistema», il nuovo clan nato dalla scissione di ex giontiani e l'alleanza con un gruppetto di rampolli dei Cavalieri, praticamente già smantellato grazie a una decina di arresti. Accanto alle bombe, erano iniziati gli incendi alle auto, veri e propri avvertimenti per marcare il territorio. Stavolta, però, la matrice criminale sembra differente. Durante le feste di Natale, sul corso principale di Torre Annunziata, nel cuore della notte una bomba carta ha distrutto la sede delle onoranze funebri Vitiello, con l'ipotesi racket che sembra spiegare l'episodio. A piazzare l'ordigno, qualcuno in scooter. A inizio anno, invece, a bruciare sono state le saracinesche e alcuni scaffali di due negozi di corso Garibaldi, traversa della strada principale: a colpire, in questo caso, è stata una persona a piedi con benzina e fiammifero. Anche in questo caso, il pizzo non versato sembra la spiegazione più plausibile. Intanto, però, il metodo Ercolano sembra un miraggio e a Torre Annunziata nessuno sceglie di denunciare il pizzo.
 
© RIPRODUZIONE RISERVATA