La disuguaglianza
​sulla pelle del Sud

di Toni Nocchetti
Sabato 22 Luglio 2017, 12:09
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Che relazione possono avere la fondazione cassa di risparmio di Modena, il comune di Sassuolo e Massimo, giovane neodiplomato napoletano disabile con invalidità grave? A prima vista nessuna anche se in effetti l’assessore all’istruzione del comune di Sassuolo, grazie ad un finanziamento annuale di euro 300.000 da parte della suddetta fondazione bancaria , può predisporre da alcuni anni programmi di assistenza agli alunni disabili del piccolo comune ( circa 40.000 abitanti) che amministra.

Massimo invece è nato e vive a Napoli (quasi un milione di abitanti) ed ha trascorso l'ultimo anno di liceo senza quel supporto essenziale che invece consente agli alunni disabili di Sassuolo di andare al bagno, mangiare una merendina o essere assistiti nelle attività scolastiche più disparate.

Se si vuole trovare conferma a questo stato di cose che ha costretto Massimo in una grave condizione di disagio per otto lunghissimi mesi bisogna provare a dare una attenta lettura al ruolo, la diffusione ed i settori di intervento delle fondazioni bancarie in Italia e individuare e suggerire dei correttivi virtuosi.

Nel 2015, ad esempio, le erogazioni che le ottantotto fondazioni devolvono sono a stragrande maggioranza, il 93,6 per cento, nel territorio di origine che coincide perlopiù con il settentrione. Nel dettaglio le risorse vanno al Nord per il 71,3 per cento, al Centro per il 22,3 per cento mentre al Sud rimane solamente il 6,4 per cento (fonte Acri). In valori assoluti significa che le erogazioni totali distribuite nel 2015 di 936 milioni di euro hanno visto una ripartizione per quasi 880 milioni alle regioni del centro nord a fronte di circa 55 milioni destinati alle regioni del sud.

Comprendo quanto possa essere fastidioso per qualcuno leggere questi numeri che rappresentano tuttavia una fotografia dai contorni definiti e dai colori nitidi di quanto e come il nostro paese viva, anche nel settore del cosiddetto non profit di origine bancaria, una assurda condizione di disuguaglianza. Chiedere alle forze politiche nazionali in questa lunghissima ed estenuante fase di campagna elettorale di leggere, interpretare e suggerire aggiustamenti per tale stato di cose in un Paese sempre più sfilacciato nel suo welfare potrebbe rappresentare un buon inizio.

Affrontare il tema della disuguaglianza dovrebbe diventare, in una congiuntura storico economica come quella che stiamo vivendo, la priorità per le forze politiche popolari che si candidano a governare un paese in queste condizioni. Anche discutendo di fondazioni bancarie si potrà evitare, come visto, che in futuro altri ragazzi come Massimo si trovino a vivere il dramma dell'anno scolastico appena finito. Che a Napoli purtroppo proseguirà durante il prossimo anno.