«Tiziana, chat cancellate
per orientare le indagini»

«Tiziana, chat cancellate per orientare le indagini»
di Leandro Del Gaudio
Domenica 19 Febbraio 2017, 00:00 - Ultimo agg. 20 Febbraio, 00:02
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Aveva il compito di cancellare i contatti tra Tiziana Cantone e i suoi quattro amici di chat, quelli ai quali aveva spedito alcuni video hot. Aveva una mission tutt’altro che semplice - visto il ritmo frenetico che agita la vita dei social - che consisteva in una sorta di opera di bonifica, di ripulitura. Doveva fare lo «spazzino», doveva ripulire quelle conversazioni che Tiziana aveva intrecciato con quattro amici, indicati mesi prima di morire come i potenziali responsabili di un’opera di divulgazione dei video pornografici. 

Eccolo l’ultimo filone investigativo legato alla morte di Tiziana Cantone, almeno a voler ricostruire le mosse della Procura di Napoli: capire per quale motivo è stato assoldato lo spazzino del web, un esperto informatico, per cancellare ogni traccia «dei pregressi rapporti tra Tiziana Cantone e i quattro amici» ai quali aveva spedito i video. È uno dei punti che emerge dall’invito a comparire notificato pochi giorni fa a Sergio Di Palo, vale a dire al fidanzato della ragazza morta suicida lo scorso settembre, un uomo che in questi giorni ha appreso di essere formalmente indagato in un filone parallelo alla morte di Tiziana. In sintesi, l’uomo è accusato di calunnia e di falso (in relazione alla denuncia di smarrimento del cellulare della donna), per aver indotto Tiziana a firmare una denuncia nella quale si indicavano i nomi di quattro uomini ai quali erano stati spediti i filmati porno.

Giovedì scorso Di Palo è stato convocato in Procura per sostenere un interrogatorio, ma ha preferito avvalersi della facoltà di non rispondere. Scena muta di fronte al pm Alessandro Milita (magistrato in forza al pool coordinato dall’aggiunto Fausto Zuccarelli), in una vicenda che punta a fare chiarezza sugli ultimi giorni di vita di Tiziana, ma anche sulla fase immediatamente successiva la sua decisione di farla finita. Chiara la ricostruzione operata fin qui dalla Procura, che parte dalla presunta esigenza dell’uomo di assoldare un consulente per cancellare alcune tracce lasciate dalla Cantone. E lo «spazzino» del web si sarebbe messo all’opera. E avrebbe agito grazie alla password che gli era stata riferita proprio dal fidanzato di Tiziana, per avere accesso nel profilo facebook della donna e per eliminare quei «contatti pregressi» con i quattro individui poi elencati nella denuncia sporta in Procura dalla stessa Tiziana. 

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