Tanto stress e pochi soldi: concorsi e bandi deserti e pronto soccorso in sofferenza

Prime linee vuote, 118 a corto di medici, chiusure forzate per assenza di personale. Ecco il quadro della situazione sanitaria in Campania. Il motivo? Troppo stress e una busta paga non equa alle responsabilità prese

Proteste del personale sanitario
Proteste del personale sanitario
di Ettore Mautone
Giovedì 28 Dicembre 2023, 11:16 - Ultimo agg. 29 Dicembre, 07:55
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Prime linee sguarnite, pronto soccorso senza specialisti, aree critiche e 118 a corto di medici, chiusure forzate di reparti per la carenza di camici bianchi. E poi: fughe sempre più copiose di medici esausti dopo anni in trincea.

Uno scenario a cui aggiungere il dato dei concorsi che vanno deserti per le discipline di Medicina di urgenza e di Anestesia e rianimazione: sempre meno attrattive per i giovani dottori. Così le borse di specializzazione disertate per oltre il 50% dai neolaureati che nella stagione post pandemica trovano facilmente occupazione in altre aree disciplinari.

Il motivo? Troppo stress, turni massacranti, rischio di aggressioni e di liti giudiziarie, buste paga ritenute inadeguate rispetto alle responsabilità.

E così, per l'assenza di medici e infermieri, il pronto soccorso dell'ospedale di Boscotrecase si ritrova chiuso da tre anni.

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Sono questi i contorni, a tinte fosche, di una sanità in affanno con la Campania che paga pegno in quanto reduce da dieci anni di piano di rientro dal deficit e con 13mila operatori sanitari in meno di quelli necessari a fronte di vincoli e tetti di spesa ancora intatti come l'anacronistica soglia delle dotazione del 2004 meno l'1,4% da rispettare.


Negli ospedali campani sono circa 500 i medici di varie discipline che mancano all'appello. Un esercito di camici bianchi che supera le mille unità se si considerano anche infermieri, tecnici e operatori socio sanitari. Senza contare il territorio dove tra 118, specialistica ambulatoriale, medicina di famiglia, guardie mediche e pediatria di base, ci sono crescenti difficoltà ad assicurare i servizi.

Il Pnrr? Al netto di macchinari e ristrutturazioni programmate per Case e Ospedali di Comunità non prevede un euro per il personale. Un problema strutturale nazionale con alcune specificità della Campania dove il rapporto tra personale sanitario e abitanti è tra i più bassi del Paese (quasi la metà della dotazione dell'Emilia Romagna).

A soffrire ci sono tutti: dagli ospedali periferici come quello di Boscotrecase ai grandi pronto soccorso come il San Giovanni Bosco. Il Cardarelli viaggia con circa 280 unità mediche in meno di cui una cinquantina almeno da impiegare nell'area dell'emergenza e in pronto soccorso. Qui, in pochi anni sono stati persi una quarantina di specialisti. Dopo anni di concorsi pressoché deserti la luce in fondo al tunnel si è intravista il mese scorso con i 13 specialisti che hanno risposto all'ultimo bando. Saranno tutti assunti ma non c'è certezza sul futuro rispetto alle continue emorragie di alte professionalità in una prima linea che arriva a macinare 300 accessi al giorno di media.

L'elenco dei buchi in organico nella Asl Napoli 1 è impressionante: una trentina di biologi, 20 Tecnici di laboratorio, almeno 10 tecnici di radiologia, 50 infermieri, 30 Oss, 60 medici di pronto soccorso, 10 neurologi, 20 pediatri, 20 radiologi, 20 chirurghi, 10 ortopedici, così i ginecologi, le ostetriche, gli urologi, i chirurghi vascolari, gli oculisti, gli otorini, ancor di più gli internisti, gli igienisti e i dirigenti di direzione sanitaria, gli amministrativi di ospedali e distretti. E così si spiega che a Napoli il Loreto nuovo, da pronto soccorso di media complessità sia destinato a diventare ospedale di Comunità e al San Giovanni Bosco da tre anni il pronto soccorso è fermo con carenze che riguardano anche gli anestesisti, i cardiologi, i chirurghi investendo poi la medicina interna, l'ortopedia, la ginecologia e neurochirurgia.


La situazione è appena migliore al San Paolo dove il pronto soccorso sopravvive ma al costo di continui turni assicurati in prima linea da rinforzi dalle retrovie di medici di altre specialità, soprattutto internisti, chirurghi e anestesisti.

In affanno anche l'Ospedale del Mare dove la carenza più sentita è quella medici d'emergenza, mentre gli anestesisti sono stati rimpiazzati con procedure straordinarie concesse dalla parentesi Covid.

Gravemente sguarnito di dottori, infermieri e autisti infine anche il servizio 118: solo a Napoli città le 18 ambulanze sono quasi tutte demedicalizzate e viaggiano con 65 medici in meno, 51 infermieri e 72 autisti da reclutare.

La Asl ha bandito il 15 novembre un concorso per infermieri e sta facendo scorrere una graduatoria di un concorso già espletato per autisti. Soluzioni tampone su cui bisognerebbe intervenire con una norma quadro di rango nazionale.
 

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